Settimana campale e imperdibile per il teatro in Toscana, nelle aree monitorate da Arlecchino. Inizia VolterraTeatro, giunto all’edizione numero 29, proseguono La Versiliana e Utopia del Buongusto, mentre sabato 25 prende il via, per la decimosettima volta, Collinarea, a Lari.
Procediamo subito.
Da lunedì 20 a sabato 25 − FestivalVolterraTeatro
La città sospesa si vota, quest’anno, a un ambizioso connubio coi luoghi vicini all’infinito: concetti cardine, dunque, sospensione e, appunto, città sospesa, ossia «nell’atto di interrompersi, di ritirarsi dalla scena della vita quotidiana, spezzare la linearità dei camminamenti e cambiare postura, guadagnare un passo circolare, smarrito, pensoso, lento, per osservare le nervature della propria andatura e sottrarle alla mortificazione del fine, dell’efficientismo contemporaneo».
In tutti i sei giorni di festival, la Compagnia della Fortezza presenterà, all’interno della consueta cornice carceraria, la prima assoluta della nuova creazione originale, Shakespeare. Know Well, drammaturgia e regia di Armando Punzo. Lecito attendersi grandi cose da un viaggio nell’immaginario del Bardo, che è un po’ come dire farsi un giro sull’ottovolante del teatro tout court. Vedremo senz’altro.
Come di consueto, il festival presenta una serie di importanti iniziative tra spettacoli ospitati, incontri e progetti collaterali. Citiamo, tra gli incontri, quello con Giuliano Scabia (20 luglio, 17.30, conduce Massimo Marino), fresco ottantenne, e la presentazione del progetto di Archivio Storico della Compagnia della Fortezza intitolato a Augusto Bianchi Rizzi (il giorno dopo, 16.30).
Per gli spettacoli, spazio alla Romagna felix, con varie presenze da parte delle compagnie che rappresentano da tempo un paradigma importante nel panorama di ricerca italiano e non solo: Mariangela Gualtieri e Teatro Valdoca presentano Fraternità solare (21/7, 17.30), creazione originale per il festival dedicata a una nuova concezione dell’epica; Fanny & Alexander saranno impegnati con Giallo, un dialogo tra Chiara Lagani, nelle vesti di una maestra, e una serie voci infantili registrate durante un lavoro svolto proprio con i bambini, mentre il pubblico, disposto su tre lati, viene coinvolto direttamente e interagisce all’interno della performance.
Infine, Chiara Guidi e la Societas Raffaello Sanzio propongono Nuvole. Casa della drammaturga austriaca Elfriede Jelinek, una «favola del potere» partendo da un’articolata summa testuale che affonda le radici nella letteratura tedesca per approdare alle lettere della Rote Armee Fraktion, il gruppo rivoluzionario di matrice comunista che ha tenuto in scacco la Germania tra fine anni Sessanta e anni Settanta del Novecento.
Oltre questi, segnaliamo il debutto assoluto di Aniello Arena con A-solo: il più celebre attore della Fortezza, protagonista al cinema del film Reality (Matteo Garrone, 2012) premiato a Cannes, sarà interprete di una peculiare partitura drammaturgica a opera di Armando Punzo. C’è molta curiosità al proposito e, proprio per questo, vedremo e ve ne diremo. Infine, segnaliamo Mario Perrotta con Milite ignoto, quindicidiciotto, escursione bellica da parte di un attore premiato con il premio Ubu 2013 per Un bés, lo spettacolo sul pittore Antonio Ligabue presentato due anni or sono proprio a Volterra.
Da martedì a sabato − Versiliana Upgrade e Festival (Seravezza/M.na di Pietrasanta)
Ne abbiamo scritto più volte: Don Giovanni dei Sacchi di Sabbia è un piccolo, grande capolavoro, rivisitazione operistica d’un titolo immortale che, ci scommetteremmo, il Volfango da Salisburgo avrebbe non poco apprezzato. Perciò vi consigliamo di andare e controllare voi stessi, tanto più che Seravezza è ben riparata da sole e calura. Qualche arlecchino vi saprà dire.
Per il resto, la Versiliana chiama Giuseppe Cederna a leggere Iliade (nella fattispecie il Libro XXII, La morte di Ettore), benché il meglio sia riservato alla fine della settimana.
Venerdì 24, nella pineta di Marina di Pietrasanta, arriva Luigi Lo Cascio con il suo abbacinante Otello: ne abbiamo scritto qualche mese fa e ribadiamo che si tratta di una cosa assolutamente da vedere. La tragedia del Moro viene calata in una lingua siciliana materica e sanguinante, con un Vincenzo Pirrotta di inusitata potenza, per un’interpretazione scespiriana che non manca di elementi inconsueti, ma non certo eretici. Consigliato a chi ama il teatro “vero” e riesce ad accettare il fatto che un testo sia da ascoltare e non, necessariamente, capire. La sera successiva, si torna a Seravezza con Caro George, regia di Antonio Latella su testo di Francesco Bellini, per una vincenda che affonda le radici nella storia dell’arte contemporanea, il suicidio di George Dyer, amante e modello dell’artista Francis Bacon; spettacolo da vedere, e cercheremo di farlo per voi.
Mercoledì 22, giovedì 23, sabato 25 − Festival Utopia del Buongusto (province di Pisa e Lucca)
Si ride toscano ad Altopascio, mercoledì sera: il labronico Paolo Migone sarà di scena con il suo Completamente spettinato, spettacolo che non mancherà di attrarre gli amanti della comicità d’impianto televisivo.
La sera dopo, a Vicopisano, un allestimento di cui abbiamo pure scritto: Andrea Kaemmerle e I Gatti Mezzi saranno impegnati con Lisciami. Capire tutto in una notte, una comica farsaccia (sia detto col massimo rispetto!) ambientata dietro le quinte del rusticano mondo della musica da balera. Sinceramente, lo consigliamo.
Ancora un “rimbalzo televisivo”, invece, per sabato sera: a Lorenzana, nel comune di Crespina, arriva Sergio Sgrilli con la sua chitarra. Ci sarà da ridere, ma, la stessa sera, nella vicina Lari, ha inizio Collinarea e anche lì si parlerà, come vedrete, di musica.
Da sabato 25 − Festival Collinarea (Lari, PI)
Sulla coda di Volterra, ecco che sabato inizia anche il bel festival larigiano: prima serata dedicata alla mitologia musicale, con Amy. Un dittico allucinato, ispirato alla vita (e la morte) di Amy Winehouse, progetto di Alice Conti e Carolina Balucani che tenta un discorso sul concetto di eroina contemporanea «che – al posto nostro – ha vissuto tutto, ha amato troppo ed è bruciata in fretta».
La rassegna entra nel vivo il giorno dopo: la leggiadrìa di Farfalle, allestimento coreutico di Anna Balducci e Piero Leccese prodotto dalla storica Compagnia TPO, riuscirà, lo immaginiamo, a incantare gli spettatori come, in contesto infantile, avvenne per Bleu! visto a Lucca lo scorso marzo.
D’altro tenore Lolita. Primo studio di Silvia Battaglio, progetto ispirato dichiaratamente al personaggio nabokoviano (con riferimenti anche a Charles Pearrault e Pia Pera), per un’indagine sui concetto di età, infanzia e sessualità, lavoro sorto nell’ambito di un percorso internazionale che la performer ha intrapreso dal 2012 in collaborazione con l’Odin Teatret Nordisk Teaterlaboratorium. A chiudere, ancora musica, con Fosco. Storia de nu matto, di e con Peppe Fonzo [in alto a sinistra] per un cunto che trasporterà lo spettatore tra la cenere, la pietra e il calore di una storia verista.
Non assicuriamo, ma vorremmo davvero vedere.
Venerdì e sabato − Festival Puccini: Tosca e Turandot (Torre del Lago, LU)
Al via anche la grande opera in riva al lago di Massaciuccoli, reso ormai celebre da Giacomo Puccini. Il Festival Pucciniano (o Festival Puccini che dirsi voglia) apre l’edizione numero 61 nella più totale incertezza. Sulla carta, venerdì la regia di Giorgio Ferrara dovrebbe “rivestire” l’attesissima Tosca di Daniela Dessì e Fabio Armiliato (sul podio Valerio Galli, scene di Mimmo Paladino − per la precisione l’impianto scenico è di Daniele Spisa, mentre Paladino si limiterà, come suo solito, a piazzare qualche oggetto sommamente evocativo qua e là) e, la sera dopo, sarebbe la volta della non meno interessante Turandot con Giovanna Casolla (allestimento e regia di Angelo Bertini, direttore Bruno Nicoli), ma il casino totale (citiamo anche noi Jean-Claude Izzo) circa la gestione della rassegna rischia di riservare non poche sorprese e, dunque, Arlecchino ne tratta a parte [leggete e non ve pentirete!]. Di certo, se andranno in scena gli spettacoli, cercheremo di darvene, prima o poi, conto.
Settimana ricchissima, dunque, che ci dispensa persino dal render conto circa l’intenso programma del Festival Gaber che rastrella, in una settimana, dodici eventi, di cui, forse, l’unico dotato di un qualche senso è il reiterato L’importante è non cadere dal palco di Paolo Rossi, alla quarta replica (sabato 25 a Montignoso, vicino a Massa). Ci chiediamo ancora (come fece l’ottimo Bobo Rondelli dal palco della prima edizione della rassegna) che cosa ci facciano comici e artisti che difficilmente sarebbero piaciuti al Signor G in un festival a lui dedicato. Il mondo è un posto strano e quasi mai accogliente.
Buona settimana, a teatro.