È delicata, per attori e teatranti in genere, la settimana santa che prelude la cristiana Pasqua di risurrezione: sette giorni di riflessione, nel ripercorrere le ultime vicende della storia di Cristo, non senza momenti tecnicamente rappresentativi, come il lavaggio dei piedi, giovedì santo. A tanto rito, si accompagna però una condivisa sospensione dell’attività teatrale, pratica tuttora diffusa, nonostante siano ormai lontani i tempi in cui la sepoltura degli attori avveniva in terra sconsacrata. Ecco, dunque, uno sguardo nella morigerata offerta per i prossimi giorni: se volete un quadro più completo, però, vi rimandiamo, come sempre, al nostro bel Calendazzo.
Da lunedì a giovedì − Occasioni tra Pontedera, Livorno e provincia
Chissà se l’arrivo di Toni Servillo a Pontedera sarà salutato con toni messianici come avvenuto recentemente a Lucca (si veda la recensione di Giacomo Verde), dove, non contenti di ospitare il suo Toni Servillo legge Napoli e tacendo del fatto che si trattasse di un allestimento non propriamente nuovissimo, han voluto strafare con la proiezione della versione integrale del film La grande bellezza. Come a dire: è proprio lo stesso, quello-del-cinema. Siamo certi che all’Era, in tal senso, ci sia meno provincialismo: in ogni caso, lunedì sera, l’attore campano si confronterà con testi lirici di grandi autori partenopei. Citiamo Guccini: “Noi non ci saremo“.
Si salta a giovedì sera, con tre proposte in contemporanea a breve distanza l’una dall’altra: mannaggia alla programmazione (non) coordinata. Armunia, in quel di Castiglioncello, offre Cuore matto, titolo che gioca con un noto successo musicale di Antonio Ciacci meglio conosciuto come Little Tony: si tratta d’un lavoro della compagnia Le belle bandiere, con Marco Sgrosso, Elena Bucci e Gaetano Colella, nell’ambito di un più articolato percorso “intorno” alla drammaturgia di Čechov, legato alla sua pulsante ricerca sul tema dei sentimenti. Conoscendo gli artisti (non troppo tempo fa abbiamo recensito un lavoro di Bucci con Claudio Morganti), cercheremo di andare a vedere.
A Livorno, presso il Centro artistico Il Grattacielo, un lavoro che ci incuriosisce non poco, nell’ambito dell’edizione labronica di Teatri di confine 2016: il titolo, già non banale, è Sulla morte, senza esagerare, per un lavoro ideato e diretto da Riccardo Pippa e che vede in scena Claudia Caldarano, Giovanni Longhin, Andrea Panigatti, Sandro Pivotti e Matteo Vitanza. Si riflette sul momento esiziale, come del resto si fa sempre, anche quando non lo si percepisce, a teatro: per saper con certezza e dirvi che la visione non deluderà, evitiamo di elencare i premi (che noia) vinti da questo progetto (eppure non son pochi); vi basti il nostro avviso. Se non l’avete capito, ormai, poco o nulla ci possiamo fare.
Infine, una rapida menzione per Il pranzo di Babette, lettura scenica del celebre romanzo di Karen Blixen data da Lella Costa al Teatro Roma di Castagneto Carducci: i reading, che talvolta possono rappresentare autentiche sorprese, sono anche, in tempi di contrazione sistemica, delle soluzioni di fortuna per avere spettacoli a basso costo da “pompare” in base ai nomi che si riesce ad abbinare.
Tra martedì a venerdì − Le province di Lucca e Massa Carrara
Ancora in scena ai Differenti di Barga: nella serata di martedì vi approdano I duellanti ispirati al racconto di Joseph Conrad, nella versione scenica di Alessio Boni affiancato da Marcello Prayer. Ne abbiamo già parlato, in occasione del passaggio fiorentino, e ne riparleremo presto, ché abbiamo in canna un pezzo su un’ulteriore replica pontederese. Come dire: abbiamo già dato.
Lo stesso discorso non varrebbe, opinione personalissima, per la Casa di bambola allestita dal bravo Roberto Valerio e recensita al debutto pistoiese di qualche giorno fa. Lo spettacolo vale la pena di un secondo sguardazzo, ma Bagnone, dove martedì approderanno Valentina Sperlì, Massimo Grigò e Danilo Nigrelli, è davvero un po’ troppo lontana per chi scrive. Confidiamo di riparare, comunque, al più presto; nel frattempo, vi ricordiamo la recensione della messinscena tratta dal medesimo testo, ma con Filippo Timi in cast e la regia di Andrée Ruth Shammah, nonché l’arlecchinesca cronaca della partita tra i due allestimenti.
La sera successiva, mercoledì, all’Auditorium Ugo Guidi di Forte dei Marmi, uno spettacolo di richiamo civile, sin dal titolo, W (prova di resistenza): “Questa è una storia di povertà e di vendetta. Di buoni e cattivi. Di rossi e neri. È un racconto dove le passioni nascono in strada, fuori dalla finestra, perché in casa si sta stretti. E in strada, in fila per il bagno, davanti all’unica fontana che pompa acqua, sugli scalini a giocare a carte, sulla porta delle osterie, si vive“. L’idea e l’interpretazione è di Beatrice Baruffini; non assicuriamo niente, ma neppure escludiamo presenze arlecchine.
Infine, citiamo a titolo di curiosità, che nel giorno di vigilia nera coincidente al venerdì santo, nella cattolicissima Capannori (detta così, parrebbe la Spagna di Ferdinando II d’Aragona), sarà ospitato un allestimento che vorremmo persino vedere, ossia Berlinguer ti voglio bene, traduzione scenica del celebre debutto cinematografico di Roberto Benigni: la messinscea è, in sé, di tipo forse più amatoriale che professionistico, ma l’argomento e, soprattutto, la coincidenza ci hanno colpito. Spazio Artè, per chi fosse interessato.
Altri lidi − Vangelo, denaro e disagio tra Prato e Firenze
Evangelica, e ritornante, la proposta del Teatro Magnolfi, a Prato: da lunedì a giovedì, ritorna l’assolo scenico dello scrittore Sandro Veronesi: il titolo, Non dirlo. Il vangelo di Marco, dice già molto. Aggiungiamo che l’intento è di rischiarare la storia, in sé rivoluzionaria, di Gesù Cristo, attraverso la lente del vangelo che, tra i quattro del canone, sembra intuire maggiormente la “novità” del messaggio e della testimonianza del Nazareno. Magari un arlecchino in loco sbircerà.
Allo stesso modo, potremmo augurarci che qualche occhio amico e fidato possa vedere, mercoledì sera a Firenze (Teatro Cantiere Florida), Scrooge – Studio per Discorso Verde: l’ideazione è di Luigi De Angelis e Chiara Lagani, vale a dire Fanny & Alexander, sigla tra le più affermate del teatro di ricerca italiano. Si parla di soldi, si parla di riferimenti pop (Scrooge è il nome non solo di un personaggio dickensiano, ma anche quello originale dei Paperone de’ Paperoni), in modo spiazzante, attraverso la presenza scenica di Marco Cavalcoli. Chissà.
Per quello che ci riguarda personalmente, nessun dubbio: la stessa sera, mercoledì, saremo a Prato, nella sala teatrale di Officina Giovani – Cantieri Culturali Ex Macelli, perché vi approda Daniele Turconi con il suo Mondo cane: lo abbiamo visto all’opera, proprio con quel titolo, la scorsa estate a Lari (ecco la recensione di Carlo Titomanlio) e ne siamo rimasti davvero colpiti. Un secondo sguardo, per un lavoro coraggioso al limite della sfrontatezza, e sofferto al limite dell’abrasione, è assolutamente di dovere: son così rare le cose che, pur finte (il teatro lo è per assioma) olezzano di autenticità…
E per questa settimana, abbiamo finito.
Buona Pasqua, per chi ci crede.
E andate a teatro, se vi va.