La settimana a teatro: 23-29 maggio

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Si naviga a vista, cercando di scorgere quel che la scena ci propone dalle nostre parti, talvolta sconfinando, talvolta ignorando: non per cattiveria, ché gli snob non han cittadinanza arlecchina, ma per meri limiti fisiologici. Vediamo un sacco di cose, vorremmo scrivere di tutto quel che ci passa davanti, ma, talvolta, non ci si riesce e, trascorsa la finestra di tempo utile all’analisi, non resta che arrendersi ai propri limiti. Voi, amati lettori (si fa per dire), non desistete e, se notate mancanze, segnalateci quel che vorreste veder trattato dal semplicione balordo. Scrivetegli ad arlecchino@losguardodiarlecchino.it e vedrete che avrà, come s’usa dire, una buona parola per ognuno
E via di selezione settimanale, con l’occhio fisso al Calendazzo e a Google.

Il maestro e Mahābhārata − Peter Brook a Firenze 

P. Brook, Battlefield_09L’appuntamento è importante, ma vorremmo evitare i superlativi spesi altrove da altre penne e tastiere. Non certo per sottovalutare il passaggio fiorentino (martedìmercoledì sera, Pergola) di Peter Brook, ma perché l’enfasi non ci convince mai. In scena, vi sarà Battlefield, ispirato al poema epico indiano Mahābhārata nella riscrittura di Jean-Claude Carrière, uno spettacolo già trascorso da Roma e che vedrà altre soste italiane; riecheggia, peraltro, un allestimento monstre (nove ore di durata) che il grande regista britannico, sempre ispirato alla saga asiatica, propose al Festival di Avignone circa trent’anni or sono. Pensandoci bene, al pubblico fiorentino andrà meglio, se è vero che l’evento, ospitato dal cartellone di Fabbrica Europa, copre poco più di 60 minuti. A occhio, il vero campo di battaglia sarà quello per assicurarsi i biglietti.

Scusate il ritardo − Dante a Pisa

Dante_Alighieri_2Ganzi i pisani, se non ci fossero, andrebbero inventati. La città vituperio delle genti s’accorge, con un filo di ritardo, che è trascorso l’anniversario numero 750 dalla nascita di ser Durante Alighiero degli Alighieri, per gli amici e le antologie, più semplicemente, Dante. Come rimediare, ordunque? Con un’intrepida iniziativa dall’ancor più intrepido titolo: Dante posticipato. Incontri, mostre ed eventi per i 751 anni dalla nascita. Avete letto bene: Dante posticipato. Lui, posticipato, non loro smemorati. Progetto, in ogni caso, interessante, pure in chiave teatrale: mercoledì sera, presso gli Arsenali Repubblicani, Chiara Guidi, storica esponente della Societas Raffaello Sanzio, terrà una lettura di alcuni canti dell’Inferno con l’accompagnamento del violoncellista Francesco Guerri. Ci saremo e, probabilmente, ne scriveremo.
Un inferno, Marconcini-Salvianti (ph. Alessandro Botticelli)Giovedì, la Discesa agli inferi avverrà, invece, al Giardino Scotto, protagonista Alessandro Tampieri. Infine, sabato, torna in scena Un inferno, ricognizione poetica che salda due realtà molto apprezzate dalla nostra rivista: Arca Azzurra Teatro che, con la regia di Dario Marconcini e il canto dei maggianti butesi Enrico Baschieri e Andrea Bacci, proporrà un terzo viaggio nella cantica più frequentata della Comedia. Da vedere. Nota a margine: i motivi d’interesse offerti dall’eredità dantesca sono molteplici e, forse, insistere sull’Inferno è la soluzione più facile; ci piacerebbe, invece, qualcuno che s’occupasse della Vita nuova o, ancor meglio, delle tenzoni poetiche (meravigliosa quella con Forese Donati, e pure quella con Cecco Angiolieri, di cui sono rimasti però solo i sonetti del senese).

Dal 26 maggio – Benjamin Britten tra Firenze e Prato

Albert-Herring-generale-1-©-Michele-Borzoni-TerraProject-ContrastoIl trittico melodrammatico del 79° Maggio Musicale Fiorentino si conclude con Albert Herring di Britten, la risposta del Novecento alla tradizione italiana dell’opera buffa. Il nuovo allestimento, firmato da Alessandro Talevi, ci porta in un modo british à la Dowton Abbey, con personaggi buffi e realistici allo stesso tempo [foto a sinistra]. A Loxford deve essere eletta la Regina di Maggio, un premio istituito per incentivare la virtù delle ragazze del villaggio: purtroppo nessuna giovane sembra essere adatta al premio e viene proposto il titolo di Re di Maggio per Albert Herring, fruttivendolo non troppo sveglio e, dunque, virtuoso. Il libretto di Eric Crozier è in inglese, ma i sopratitoli risolvono il problema: vale la pena per un’opera che non passa a Firenze dal 1968, quando proprio la città gigliata ne ospitò la prima esecuzione italiana. Lo spettacolo ha debuttato sabato scorso (e vi racconteremo meglio nei prossimi giorni), ma potete vederlo ancora venerdì 27, domenica 29 e martedì 31, eccezionalmente al Teatro della Pergola.
Arca di Noè, Benjamin BrittenNon lungi dall’Arno, un’altra opera del compositore britannico andrà in scena a Prato: L’arca di Noé. La storia la sapete, non vi resta che andare a curiosare alla Chiesa di San Domenico per scoprire un’opera adatta a bambini e adulti, prodotta dalla Camerata strumentale “Città di Prato” e dal Teatro Metastasio. In questo caso la regia è di Edorardo Donatini, che punterà sulle più sofisticate tecniche di video mapping per un allestimento disegnato specificamente per lo spazio che lo accoglie. Il pubblico, inoltre, sarà coinvolto nel canto di brevi inni: se volete essere preparatissimi potete andare alla “prova con la città” di mercoledì sera. La prima sarà giovedì 26 (21.15) e seguiranno due repliche nella giornata di sabato 28 (18.15 e 21.15). In entrambi gli allestimenti sarà sul podio Jonathan Webb, acclamato interprete britteniano molto attivo in terra toscana.

Goretti non barare − Gobbo a mattoni, tra carte, teatro e circoli ARCI

Riccardo Goretti, 'Gobbo a mattoni' (fb)Cercando qua e là, troviamo e segnaliamo volentieri la curiosa iniziativa di Riccardo Goretti, e non solo perché si tratta d’un artista ormai legato da solide frequentazioni arlecchine: Gobbo a mattoni è un progetto che, in qualche modo, sembrerebbe una di quelle appassionate e acute “ricerche sul campo”, tra le comunità sopravviventi e le forme della socialità toscana contemporanea, comuni anche a Gli Omini, gruppo che non a caso ha visto per anni la presenza dell’attore casentinese.
Sindachino è personaggio fisso al tavolo del circolo ad attender l’arrivo dei compagni di sempre: KrusciovveDumenuti e altra varia umanità ad animare la vita quotidiana di un comune bar da Casa d’i’ Popolo. L’indomani, però, il circolino chiuderà per sempre, dopo cinque decenni d’ininterrotta attività: un addio che alcuni salutano fiduciosi nelle magnifiche sorti riservate dal progresso, ma che il protagonista celebra facendo un solitario di carte, scoprendo che in quel mazzo mai cambiato negli ultimi quindici anni… manca il gobbo a mattoni.
Vita quotidiana, storia e Storia si mescolano in un racconto individuale che si fa collettivo, dove le risate (molte) si mescoleranno a qualche, ci scommettiamo, lacrima. La regia è di Massimo Bonechi, compagno di scena di Goretti. Se lo volete vedere, andate a Prato, Circolo ARCI San Giustodomenica 29 alle 21. Consigliato.

E ancora − Bitch Boxer a Firenze e doppio appuntamento per What’s Up! a Calenzano

Bitch Boxer ©MarcoBorrelli 7Ha debuttato proprio in uno spazio pugilistico, l’Arena Amici Miei presso il Mandela Forum, il monologo Bitch Boxer (di Charlotte Josephine, con Carolina Pezzini, regia di Edoardo Zucchetti), di cui già altrove abbiamo data notizia: lo spettacolo ha totalizzato una tale serie di “esauriti” (abbiamo provato ad andare, non è stato possibile) da costringere gli organizzatori ad aggiungere altre due date, il giovedì 26 e venerdì 27. Purtroppo non ci saremo, ma qualcuno potrebbe spiare per noi.
Infine, torniamo a segnalare quanto proposto dal festival What’s Up!, al Manzoni di Calenzano. La sera di sabato, in scena Blu di Laura Forti, protagonista Linda Caridi: una ragazza, all’interno di uno sgarrupato e paradossale salone di bellezza, medita la fuga dal mondo cui appartiene: una madre bigotta e ossessiva, i compagni insensibili, il ricordo dell’abbandono paterno. La sera successiva, invece, I parenti di Averroè, titolo che è tutto un programma e, al contempo, niente rispetto al sottotitolo: (io non me ne intendo… però brave). Sono Elisa RomagnaniGiulia Aiazzi, attrice e danzatrice che dialogano in scena a proposito del rapporto, stretto, controverso, inesaurito, che lega teatro e danza, con un occhio rivolto a quel piccolo capolavoro costituito da Le città invisibili di Italo Calvino. Non ve lo assicuriamo, ma ci piacerebbe tanto parlarvene.

Questo è, ancora per una volta, tutto, o quasi. Andate a teatro, se volete, e guardatevi dagli arlecchini.

(Ha collaborato alla stesura Andrea Balestri)

 

Igor Vazzaz
Toscofriulano, rockstar egonauta e maestro di vita, si occupa di teatro, sport, musica, enogastronomia. Scrive, suona, insegna, disimpara e, talvolta, pubblica libri o dischi. Il suo cane è pazzo.

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