La settimana a teatro: 26 ottobre-1 novembre

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Ultima di ottobre, e altri teatri celebrano l’inizio della stagione: salutiamo in questo senso Carrara, Livorno (Teatro Goldoni) e il fiorentino Teatro Cantiere Florida.
Nel mentre, prendiamo atto di qualche buco (in gergo giornalistico: notizia mancata) preso.
Compagnia degli Scarti, l'Ultimo KaligolaIl mea culpa (collettivo, chè Arlecchino agisce coreuticamente, un po’ come il Luther Blissett non pallonaro, ma più sorriso e meno puzza sotto il naso) è per L’Ultimo Kaligola, della Compagnia degli Scarti, gruppo spezzino che seguiamo da tempo, in scena venerdì scorso al Teatro Sant’Andrea di Pisa, di cui ci era stata persino data notizia, ma non avevamo capito che lo spettacolo sarebbe stato… a Pisa. Ne riportiamo un’immagine, per sdebitarci simbolicamente.
Peraltro, la stessa sera, vi erano spettacoli sia al Teatro Rossi Aperto sia al Verdi: proposte diverse tra loro, ma la domanda sorge spontanea: siamo sicuri che tali concomitanze siano convenienti?
Insomma, non siamo infallibili (capiamo la vostra sorpresa al riguardo), ma vi rimandiamo comunque alla consultazione del provvido e fido calendazzo.

Da lunedì a sabatoL’apparenza inganna ancora a Pistoia (Teatro Manzoni)

L'apparenza inganna, Bernhard-Tiezzi, 2000Peculiare recita, lunedì 26, ché il primo giorno settimanale è, per tradizione, dedicato al riposo. La norma aggirata, causa sosta domenicale il 1 novembre, da Sandro LombardiMassimo Verdastro, che proseguiranno la serie di repliche con L’apparenza inganna, di Thomas Bernhard, regia di Federico Tiezzi, produzione Associazione Teatrale Pistoiese Compagnia Lombardi-Tiezzi.
“In due situazioni di speculare claustrofobia, nell’orizzonte limitato di una terra desolata dello spirito, è sorprendente l’ampiezza di registri e di stati d’animo, di sfumature e di invenzioni che Bernhard mette in campo. In uno stile asciutto e acido, il drammaturgo sciorina tutta una collezione di sofferenze e di dolori, con il paradossale risultato di raggiungere una sinistra, corrosiva comicità”. Proveremo a vedere.

Martedì e mercoledì 27 − Alessandro Preziosi è Don Giovanni a Livorno (Goldoni)

Don-Giovanni-3-PreziosiDebutto stagionale per un teatro cui siamo affezionati per motivi storici, ma che ci sembra sempre in cerca di un’identità. O, peggio: che della carenza d’identità stia ormai facendo un tratto distintivo. Non è certo colpa di Alessandro Preziosi, cui riconosciamo da tempo un piglio volitivo assolutamente encomiabile: la prima labronica è così affidata al suo Don Giovanni, adattamento e traduzione di Tommaso Mattei, con Nando Paone nel ruolo di Sganarello. L’attore, qui anche in veste di regista, scrive: “Don Giovanni diviene così emblema di una spensierata gioia di vivere, del piacere sensuale, dell’intelligenza strategica messa al servizio degli inganni e del disprezzo verso l’irrazionale anche se finisce per accostarsi comprende, anche alla sfera del divino, restando avviluppato nella sua coscienza nel mistero del finale”. Proveremo a mandare un arlecchino, il più indolente, ma, proprio per questo, non possiamo garantire.

Mercoledì e giovedì − Tutti in carrozza a Carrara (Nuova Sala Garibaldi)

A Carrara ci sarebbe più d’un teatro: gli Animosi, in primis, molto bello, nonché il Verdi, dalla storia gloriosa (è anche stato a più riprese la sede di vari movimenti anarchici, corrente politica molto radicata nella città marmifera) e travagliatissima. In attesa del restauro per il primo (che auguriamo possa compiersi al più presto), l’appuntamento è alla Nuova Sala Garibaldi che, però, è più un cinema, con tutte le implicazioni del caso. Il debutto stagionale è affidato a Signori in carrozza!, di Andrej Longo, regia di Paolo Sassanelli. Spettacolo frizzante e leggero, con interventi musicali dal vivo, per una storia ambientata nel secondo dopoguerra italiano. Onestamente, non ci tenta granché, ma non escludiamo niente.

Mercoledì 28 − Teatro Sotterraneo in guerra a Buti (PI)

Teatro Sotterraneo, War Now!, 2014 (foto Sara-Bugoloni)Esauriti i Piccoli fuochi, si passa alla nuova edizione di Teatri di Confine (prima o poi dovranno spiegarci il senso che ha utilizzare la stessa sigla per rassegne irregolari sia per cadenza sia per spazi ospitanti…),  con uno spettacolo che, come il Sinisi di giovedì scorso, abbiamo già recensito su questi schermi. Si tratta di War Now! di Teatro Sotterraneo, gran bella compagnia fiorentina. Le tavole del Francesco di Bartolo ospiteranno le ficcanti domande che Matteo Angius, Sara Bonaventura Claudio Cirri porranno al pubblico, sulle note sibilline di We’ll Meet Again (cui abbiamo pure dedicato un apposito sdottorazzo). Si tratta, di certo, di un allestimento stimolante e, se qualche arlecchino vorrà andare, ne riparleremo senz’altro.

Giovedì e venerdì − Si riparte al Florida (Firenze), con Ma

PasoliniLo confessiamo: ci avviciniamo con timore e tremore al novembre prossimo venturo, perché da (sempre indegni) lettori, spettatori, talvolta studiosi (nell’etimo) di Pier Paolo Pasolini, l’idea della pletorica invasione pippippiana in occasione del quarantesimo anniversario della sua morte ci atterrisce. E condividiamo totalmente quanto sostenuto, parlando d’altro, da Mariarosa Mancuso su Il Foglio, à propos di rischi, fraintendimenti e (soprattutto) tradimenti nel volgere “tributi” al nostro.
Candida Nieri in 'Ma' di Antonio Latella (ph. Brunella Giolivo)Ciò non toglie che Ma, di Linda Dalisi, regia di Antonio LatellaCandida Nieri in scena, possa essere un bel lavoro con cui celebrare la ripresa della stagione del Teatro Cantiere Florida.
Ma come sillaba che prelude a Mamma, in una proiezione complessa e articolatissima: «Per una madre che piange un figlio, un Gesù dei poveri, un operaio, un pittore, un poeta, un re Edipo, per una città che accoglie i reietti, per un paese che scaccia gli intellettuali, per una nazione troppo cattolica per non essere ipocritamente di destra fino in fondo, tutto è madre e si fa madre. Attraverso le parole, le immagini, il nostro tentativo è quello di tracciare una possibile unica madre, con quel MA necessario a mettere un dubbio: madre sì, ma…». Qualche arlecchino potrebbe gettare un’occhiata.

Venerdì e sabato − La Societas a Prato (Metastasio)

Schwanengesang D744, Socìetas Raffaello Sanzio (2015)Il titolo è Schwanengesang D744 e si riferisce a un Lied di Franz Schubert che viene proposto nella serata di canzoni offerta da una delle più importanti realtà della ricerca italiana (dalla locandina, citiamo la concezione e regia di Romeo Castellucci, le musiche di Schubert con le interferenze di Scott Gibbons, la drammaturgia di Christian Longchamp e la presenza in scena di Valérie Dréville, il soprano Kerstin Avemo e Alain Franco al pianoforte).
Attraverso la musica (il che ci rimanda alle ultime, imperdibili pagine della Nausea sartriana), s’innesca un’indagine personalissima sul dolore, la possibilità di comunione con l’altro e attraverso la musica. Chi scrive non ci sarà, ma confida in qualche volenteroso inviato.

Venerdì 30 − Si zoppica ancora, questa volta a Corazzano (PI)

A. Kaemmerle, R. Goretti, 'Naturalmente zoppica...' (FB Guascone Teatro) 05Secondo appuntamento al Teatrino dei Fondi – Quaranthana, dalle parti di San Miniato. Arrivano Kaemmerle Goretti con Naturalmente zoppica un po’, visto e recensito al suo passaggio pisano al Cinema Teatro Lux. Ne avranno di che ridere gli spettatori, ché la “folle” scrittura di Jiga Melik (a.k.a. Alessandro Schwed) ispirata alle opere di Bernard Malamud saprà ben innescare due comici (nel senso più ampio del termine, che per chi scrive è sempre un complimento) di tempra e valore. Che dire? Andateci, noi vi ci mandiamo.

Venerdì e sabato Alla luce a Cascina (PI)

Alla luce, R. Bacci (foto Roberto Bacci)Nella sinergia di recente istituzione tra La Città del Teatro di Cascina e il Centro di Ricerca Teatrale di Pontedera (che la nuova dimensione nazionale di questi ultimi c’entri qualcosa?), ecco che ritrova la via della scena Alla luce, testo di Michele Santeramo, regia di Roberto Bacci, protagonisti Sebastian Barbalan, Michele Cipriani, Silvia Pasello, Francesco Puleo Tazio Torrini. Abbiamo già parlato dello spettacolo, un “gioco”, è proprio il caso di dirlo, che conduce due coppie di non vedenti al tavolo per disputare la partita che concederà loro di (ri)acquisire la vista.

Venerdì e sabato La stanza del tramonto a Castiglioncello (LI)

La stanza del tramonto - Accademia Mutamenti 2La palermitana Lina Prosa, autrice ben accolta in Francia, propone un allestimento che vede in scena Sara DonzelliGianpaolo Gotti, nei panni di una sorella e un fratello in attesa nell’anticamera di un ambulatorio ospedaliero che ospita la madre in punto di morte. Si tratta di un luogo di frontiera, situazione estrema, come evidenziato a partire dal titolo non scevro d’ironie, La stanza del tramonto – Appunti sulla vita ordinaria di un mammifero, per una riflessione “sui temi della Fine e della Cura, dove si confrontano – e si confondono – rito e contemporaneità, linguaggio quotidiano e abbandoni metafisici, risate, affetti e crudeltà”. Qualcuno potrebbe andare, chissà.

Sabato e domenica − La danza contemporanea degli angeli tra Porcari (LU) e Pontedera (PI) 

Sarà, anzi è, assolutamente un caso, ma l’idea che, per motivi diversi, gli spettacoli di danza contemporanea proposti nella “notte delle streghe” (all’ameriàna) a Porcari e Pontedera abbiano in comune un riferimento angelico ci fa sorridere.
Charlotte Zerbey, 'Will' (www.companyblu.it)All’Auditorium Vincenzo da Massa Carrara, si potrà dunque assistere all’anteprima di Angel, coreografia e regia a cura di Charlotte Zerbey (Company Blue). In scena vi saranno le tre danzatrici Elisa CapecchiOlimpia Fortuni Isabella Giustina, accompagnate dalle composizioni musicali di Spartaco Cortesi e della stessa Zerbey. Non si resta mai delusi dalle proposte di SPAM!, quindi consigliamo “a priori” di andarci, riservandoci eventualmente la possibilità di tornarvene a parlare.
Virgilio Sieni (ph. Marcello Norberth)A Pontedera, invece, Virgilio Sieni, coreografo dal non inedito piglio intellettuale, rivolge la propria ricerca a uno dei capolavori novecenteschi, quell’Angelus Novus, dipinto di Paul Klee (tedesco, quindi da NON pronunciare all’anglofona!) cui dedica alcune indimenticabili pagine il filosofo, critico, traduttore (e molto altro) Walter Benjamin (stessa accortezza: non pronunciatelo bèngiamin, per favore).
Il Teatro Era ospita l’ultima creazione dell’artista toscano che “si presenta come uno spazio da attraversare silenziosamente”, invitando “il pubblico ad avvicinarsi a queste esistenze sparse sui perimetri, per rintracciare nei loro corpi – corpo archeologico che arriva a noi attraverso una costellazione di fratture – le tracce della storia”. Per Benjamin, infatti, l’angelo raffigurato nel dipinto è quello della storia, che rivolge le spalle al futuro e gli occhi verso il passato, le sue macerie, i suoi orrori. “Vengono ripercorse centinaia di immagini di angeli che ci arrivano dalla storia dell’arte, immagini che si frantumano deponendosi come scarti, rifiuti, macerie. In questo tratto di sospensione, dove il corpo sembra coincidere col tempo, tutto sprofonda nel dettaglio, lasciandoci intravedere il messaggero che ci viene incontro fissandoci negli occhi”. Speriamo proprio di potervelo raccontare.

Cosa aggiungere, inoltre? Poco o niente. O forse sì. Cogliamo lo spunto offerto da Sieni e dal suo spettacolo per riportare le tesi di filosofia della storia che Benjamin (vi consigliamo a tutti di saperne di più, e sulla sua opera e sulla sua vita) scrive ispirato dal quadro di Klee:

C’è un quadro di Klee che si intitola Angelus Novus. Vi si trova un angelo che sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese. L’angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto. Ma una tempesta spira dal paradiso, che si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte che egli non può più chiuderle. Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il cumulo di rovine sale davanti a lui al cielo. Ciò che chiamiamo progresso, è questa tempesta.
(Walter Benjamin, Tesi di filosofia della storia, n. 9)

Paul Klee, Angelus Novus

Igor Vazzaz
Toscofriulano, rockstar egonauta e maestro di vita, si occupa di teatro, sport, musica, enogastronomia. Scrive, suona, insegna, disimpara e, talvolta, pubblica libri o dischi. Il suo cane è pazzo.

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