Inizia dicembre e le stagioni teatrali entrano nel vivo: lo si nota dalla congestione d’offerta scenica che, inspiegabilmente, si quieterà subito dopo Natale, contraddizione che non ci stancheremo mai di denunciare. Tanta, troppa roba negli spazi di Toscana, anche solo limitandoci ai nostri consueti orticelli: occhio al Calendazzo, ma anche alle varie iniziative che, per un motivo o per l’altro, ne rimangono fuori, come il teatro in casa. Prima o poi ne parleremo più diffusamente. Intanto, però, iniziamo a martellarvi: salvateladata , perché mercoledì 21 dicembre si celebrerà il Natale in casa Arlecchino – No Birkenstock Party, chiassosa e cialtronesca festa natalizia dell’elettro-rivista (a)periodica più gagliarda del mondo (la nostra).
Quasi ogni giorno − Lucca (e provincia) a tutta scena
Se c’è una patologia (tra le tante) che ammorba la nostra contemporaneità sotto il profilo del monitoraggio sociale sulle storture del mondo, questa è quella delle giornate dedicate ai “vari” problemi: venerdì 25 novembre era la volta di quella contro la violenza sulle donne, tema senz’altro da non sottovalutare, come, del resto, quasi tutti gli altri cui vengono consacrate iniziative d’ogni tipo. A renderci perplessi, quando non proprio scettici, son metodi e strategie, ma il discorso è ovviamente complesso. Certo è che, lunedì sera nello spazio del Teatro San Girolamo, l’andata in scena di Doppio taglio (con Marina Senesi, regia di Lucia Vasini) rappresenta l’adeguamento lucchese (sponda Giglio) a tale prassi. Vi segnaliamo la cosa non escludendo eventuali sguardazzi.
Più volentieri andremmo e se possibile andremo, la sera dopo (martedì) all’Accademico di Bagni di Lucca fresco di debutto stagionale: in scena, Uomo solo in fila monologo teatral-musicale di e con Maurizio Micheli. Da tempo non vediamo al lavoro l’attore che in pochi sanno nativo di Livorno (ma, non solo per noi, resta sempre quello di “Sciambaaagn’ per brindare a un ingondro…“, potenza della televisione d’un tempo). Lo spettacolo è prodotto dal Franco Parenti di Milano (polo rispettabile: ne abbiamo recensiti Gli innamorati, Casa di bambola e Il malato immaginario) e anche questo potrebbe essere una piccola garanzia.
Un giorno di riposo, poi, tutti a Valdottavo, ché al Colombo si sono aggiudicati un discreto “colpo”, ossia l’anteprima nazionale di David, drammaturgia e regia di Paolo Civati, ex attore in forza al Teatro Del Carretto che, non a caso, produce lo spettacolo, come avvenuto, un anno fa, per quel “piccolo gioiello teatrale” rispondente al titolo di I conigli non hanno le ali, qui sguardazzato a suo tempo. Apprezzamento per lo spazio, interesse dell’occasione (la prima nazionale si svolgerà al Giglio la prossima settimana) ci portano quindi a consigliarvi assolutamente una capatina in Mediavalle. Pochi chilometri oltre, a Barga, la sera di venerdì sarà la volta di Intervista al cervello show, occasione per cui non sentiamo bisogno di stracciarci le vesti.
La sera di sabato, spettacolo al Giglio, con la peculiare proposta di Mimì è una civetta: musical contemporaneo di Alessandro Cosentino dichiaratamente ispirato a La Bohème pucciniana, filtrata in chiave jazz-rock. Senza essere puristi, la domanda è: se ne sentiva il bisogno? Ma, soprattutto: Mimì è davvero una civetta? Chissà se qualcuno saprà risponderci.
Infine, con vivo interesse (e non solo per la faccia di Mariano Nieddu usata sinora come immagine per lo spettacolo), invece, aspettiamo il debutto nazionale, sabato e domenica a Vorno presso la Tenuta dello Scompiglio, di Alfa, sottotitolo appunti sulla questione maschile, argomento quanto mai d’attualità specie negli ultimi tempi. Concezione e regia sono di Roberto Castello, reduce da un 2016 d’oro, giacché i risultati colti sia dal distopico In girum imus nocte (et consumimur igni) sia dal sorprendente Trattato di economia in termini di ricezione qualitativa e quantitativa sono stati davvero importanti. Un “discorso” sulla virilità da parte di un artista tanto brillante sotto il profilo intellettuale (non ci credete? Beccatevi questionazzo e intervista sul FUS), oltreché valido sotto il profilo operativo, non può che interessarci molto: ve ne parleremo senz’altro.
Fine settimana − Da Livorno a Pisa, e provincia, belle cose
Anche a Livorno, la settimana scenica inizia lunedì al Teatro Goldoni, con Human, titolo che unisce due personalità del calibro di Lella Costa e Marco Baliani, per un progetto che trae ispirazione dall’Eneide, a raccontare un amore tra esponenti di un’umanità separata e divisa: non “semplice teatro civile ma spiazzante, conturbante, inquietante esplorazione della soglia fatidica che separa umano e disumano, in forma di oratorio, nel tentativo di innescare un rito di partecipazione“. Chissà che un arlecchino non spunti tra le file del teatro labronico.
Si salta di tre giorni e qualche chilometro: giovedì al Teatro Nuovo di Pisa, torna in scena Dialoghi degli dei, ultima realizzazione di un gruppo che seguiamo sempre con interesse come I Sacchi di Sabbia (leggete qui, qui e qui) e che vede la collaborazione anche di Massimiliano Civica. Lo spunto è tratto da una serie di scritti di Luciano, autore greco-siriano vissuto nel II secolo a.C., che raccontano la vita quotidiana in vetta all’Olimpo, ironizzando sui vari dei pagani e la loro irresistibile umanità. Non dubitiamo che un simile materiale, calato addosso a Giovanni Guerrieri e compagnia bella, non possa che acquisire una notevole efficacia scenica: speriamo di parlarvene.
Da non mancare pure la proposta di Pontedera, giacché da venerdì a domenica le tavole dell’Era ospiteranno Carrozzeria Orfeo con Animali da bar: drammaturgia originale (di Gabriele Di Luca, regia a sei mani con Massimiliano Setti e Alessandro Tedeschi) e che rispetta (a quanto ne abbiamo letto su questi schermi) le caratteristiche d’una formazione che riesce a tenere assieme linguaggio contemporaneo, una certa vocazione teppistica della drammaturgia e un’indubbia efficacia nel tradurre il tutto in termini scenici assai divertenti. Memori pure di Thanks for vaselina (ne scrivemmo), provvederemo ad andare e darvene conto.
A Corazzano, per contro, venerdì sera arriva un nome importante della comicità napoletana e nazionale: Giobbe Covatta porta al Teatrino dei Fondi la sua La divina commediola, una versione umoristica del capolavoro dantesco e che vede l’artista cimentarsi con la parodia, peculiare genere cui deve i primi successi, giunti, appunto, con Parola di Giobbe, monologo e best seller di succeesso.
Dopo circa un mese dalla chiusura di Utopia del Buongusto, ecco che Andrea Kaemmerle torna in scena, inaugurando la stagione di Teatro liquido che garantirà oltre sessanta appuntamenti, tra teatro, cinema, musica e presentazioni varie, ai teatri di Bientina e Casciana Terme: si (ri)parte da quest’ultima, per l’appunto, giacché al Verdi sarà la volta di Balla!, ultima fatica dell’attore-autore fiorentino (a dispetto di accento esibito e cognome) di cui, a giorni, pubblicheremo un interessante sguardazzo. Ve lo consigliamo: andate!
Opera per ragazzi al Teatro Verdi, nel pomeriggio di domenica: lo spazio pisano propone The little sweep, composizione che Benjamin Britten scrive su libretto di Eric Crozier nel 1949; ci pare di ragguardevole interessante l’operazione in sé, con il coinvolgimento di varie realtà scolastiche della zona sotto il profilo produttivo, strategia che ci ricorda quella del Riccardo III visto recentemente a Pistoia. A dirigere, Eddi De Nadai, mentre la regia sarà di Sonia Dorigo, a recensire, l’arlecchino più melomane del lotto.
Oltre confine/1 − Prato e Pistoia, tra danza e drammaturgia est-europea
Da tempo non assistiamo a una coreografia di Virgilio Sieni e ce ne dispiacciamo: del resto, la recente attività dell’artista sembra davvero intensa e, dopo i recenti lavori alla Pergola e a Pistoia, ecco che al Metastasio di Prato andrà in scena, da giovedì a domenica, Isolotto, titolo che, non solo a chi scrive, parrebbe evocare un’area geografica della città natale dell’artista: a leggere la presentazione dello spettacolo non è così, dal momento che si tratta di concepire la danza come un “mettersi in cammino, curiosi dei nuovi margini che l’arcipelago del corpo lascia apparire“. A impreziosire l’occasione, le musiche composte, ed eseguite dal vivo, dal norvegese Eivind Aarset alla chitarra elettrica: si tratta di un musicista interessantissimo, che da da tempo si muove in territori sonori originali, tra jazz e musica elettronica. Da vedere e ascoltare.
Apprendiamo (quasi) al volo che, da martedì a venerdì il Magnolfi riapre i battenti, e lo fa ospitando un titolo che ci tenterebbe non poco: Souper, testo di del magiaro Ferenc Molnàr, adattamento e regia a cura di Fausto Paravidino, rappresenta un efficace esempio di drammaturgia polifonica, in cui una situazione “da camera” (la cena per celebrare un anniversario) si trasforma in un’acuta analisi dei meccanismi umani. Spettacolo di rappresentazione, e, per quanto conosciamo e stimiamo il regista, siamo sicuri che possa tranquillamente valer la pena.
Non vorremmo eccedere nell’ottimismo, ma ci sembra di registrare un lento, progressivo rinnovamento nel modo in cui una parte del teatro italiano si rivolge verso la drammaturgia di Anton Čechov: sia come sia, salutiamo con favore l’Ivanov che Filippo Dini, in qualità di regista e interprete, porterà al Manzoni di Pistoia nella fine di settimana. Spettacolo corale (in scena compariranno anche Sara Bertelà, Nicola Pannelli, Antonio Zavatteri, Orietta Notari, Valeria Angelozzi, Ivan Zerbinati, Ilaria Falini e Fulvio Pepe), ispirato al primo grande testo del russo, non possiamo garantirvi sguardazzi, ma ve lo segnaliamo.
Oltre confine/2 − A Firenze, di tutto, di più
Copiosa, come di consueto, l’offerta fiorentina, di cui vi diamo giusto qualche assaggio “obbligato”. E, dunque, vi segnaliamo che, alla Pergola, per tutta la settimana (escluso il lunedì), sosterà Bisbetica, commedia tratta da La bisbetica domata di Shakespeare, per la regia di Cristina Pezzoli e la presenza in scena di Nancy Brilli. Personalmente, più volentieri punteremmo al Teatro di Rifredi, da giovedì a sabato, per ritrovare Ciro Masella con il “suo” Il generale (a dire il vero, la regia è sua, il testo è stato scritto da Emanuele Aldrovandi): ne vedemmo una sorta di prova generale a Collinarea e l’impressione fu più che buona, per un lavoro sospeso tra absurdismo e ferocissima vis comica. Se diventassimo ubiqui, andremmo di certo, per adesso lo consigliamo tanto.
Negli stessi giorni, “altisonante” debutto al Teatro Niccolini, il più antico della città gigliata ed entrato a far parte degli spazi afferenti al Teatro Nazionale: da giovedì e domenica (ma le repliche oltre proseguiranno sino all’11 dicembre), ecco I pugni ricolmi d’oro, sottotitolo Ovvero come un ricco suddito resta sempre un suddito, definita fantasmagoria da Heinrich e Thomas Mann in salsa brechtiana per la direzione di Claudio Longhi, regista, studioso, uomo di teatro a tutto tondo che ricordiamo per aver diretta un’interessantissima versione di La resistibile ascesa di Arturo Ui qualche anno fa. Il presente lavoro rientra nel progetto (in qualità di secondo appuntamento) Carissimi Padri… Almanacchi della Grande Pace (1900-1915), dedicato all’indagine di “ragioni e follie” che condussero al primo conflitto mondiale. Sette attori (Donatella Allegro, Nicola Bortolotti, Michele Dell’Utri, Simone Francia, Diana Manea, Eugenio Papalia, Simone Tangolo) e una fisarmonica (suonata da Olimpia Greco) per un allestimento che non ci spiacerebbe affatto vedere.
Chiudiamo con una rapida carrellata su Zoom Festival, al Teatro Studio di Scandicci: l’undecima edizione ha per sottotitolo ALGORITMI – numeri di teatro recente e vede la partecipazione di numerose realtà del panorama contemporaneo. Impossibile dar conto di tutto e, quindi, vi diciamo solo dove, potendo, andremmo di corsa: martedì sera, Perdere la faccia, regia di Daniele Ciprì (un nostro mito). Ma sia chiaro: si tratta esclusivamente di un giudizio a caldo, personale e rivedibile. Se potete, andate e accattatevi tutto, perché le cose da vedere sono molte e interessanti.
State accorti. Andate a teatro.