Con mezzo Stivale occupato a rampognar le dichiarazioni d’una vincitrice di concorso di bellezza (nessuno che s’interroghi circa la sensatezza dell’evento in sé) o a sdilinquirsi sulle posizioni politiche d’un ex cantante di culto («Beato il popolo che non ha bisogno di eroi», diceva un tale), in Toscana è vita dura per teatri e teatranti.
Auguri, quindi, a La Città del Teatro di Cascina (PI) che ha subito un brutto furto (che ladri scalcinati…), al Comunale di Pietrasanta (LU) per cui si sta effettuando una “corsa contro il tempo” (!) causa interventi strutturali, al Teatro Era costretto a rinunciare, causa indisposizione di un’interprete, a una replica (quella di giovedì scorso) del lavoro di Takahiro Fujita, Different Shape, titolo a cui s’è aggiunta l’espressione Il mio tempo. Tra le note positive, il neonato Teatro della Brigata a Livorno, su iniziativa di Andrea Gambuzza e Ilaria De Luca, cui auguriamo una buona, anzi ottima, riuscita. E, già che ci siamo, benché in ritardo d’un giorno, buon compleanno al Teatro Rossi Aperto di Pisa, con il proponimento di tornare al più presto a parlarne.
La settimana è intensa, ragion per cui i consigliazzi saranno calibrati e non esaustivi: per la completezza consultate l’efficiente Calendazzo.
Da lunedì a domenica − Sotterranei e Sacchi a Pistoia
Pistoia sugli scudi in questo primo scorcio stagionale, e siam certi che sarà un refrain. Due bei progetti, realizzati dall’Associazione Teatrale Pistoiese con altrettanti ensemble toscani, proseguiranno in questi giorni: in prima istanza, Il giro del mondo in 80 giorni nella rilettura («per due attori, musicisti vari e qualche colpo di scena») di Teatro Sotterraneo, alla seconda puntata dopo il debutto di luglio, da lunedì a venerdì ore 18, presso la Biblioteca San Giorgio, in via Pertini; secondo episodio anche per I quattro moschettieri in America, mise en espace d’un radiodramma dei Sacchi di Sabbia, da vedere al Bolognini (da mercoledì a domenica, ore 19).
Non solo: l’inizio della stagione del Centro Culturale Il Funaro è caratterizzato dall’attesissima prima nazionale di Cuore di tenebra, allestimento del Teatro de los Sentidos per la regia di Enrique Vargas, importante artista colombiano da tempo residente a Barcellona. Tutto esaurito per il debutto (mercoledì 1 ottobre, ore 21), si replica sino a domenica. Liberamente ispirato al capolavoro di Joseph Conrad, si tratta di «un’esplorazione personale, eppure anche universale, sul potenziale latente di corruzione di ogni essere umano e sulla responsabilità di ogni individuo rispetto alle proprie scelte di vita». Potendo, vedremmo tutto e, forse, lo faremo, chissà.
Tutta la settimana − Contemporanea Prato
Dell’articolatissima rassegna laniera, segnaliamo una vecchia conoscenza da tempo assente dai consigliazzi: lunedì 28, ore 19.30, Riccardo Goretti in The Fifth Sense, «percorso multisensoriale diviso in cinque performances per i cinquespazi di Zona a Traffico Teatrale», in via Carradori; ogni compagnia dà via a un “corto” ispirato a uno dei cinque sensi percettivi: l’ordine di sequenza sarà scelto dallo spettatore, scortato appositamente da un “autista”. Di seguito, Books Wide Shut, presso la Villa di Zappa!, performance con gli allievi del Corso di teatro al limite della cazzata: basta solo il nome per voler loro molto, ma molto bene. A tutti.
Segnaliamo, inoltre, Fibre Parallele (La beatitudine) al Fabbricone martedì sera (ore 20), «una storia in bilico tra reale e irreale, tra tangibile e immaginato, tra materia e pensiero», e soprattutto, da giovedì a domenica, Claudio Morganti in L’amara sorte di Claudio Morganti, riattraversamento d’un lavoro di dieci anni or sono (L’amara sorte del servo Gigi), per la cui presentazione ci affidiamo all’artista stesso: «Il protagonista di questa piccolo piece gira intorno ad un tavolino, rovista tra audiocassette (e non tra bobine), mangia prosciutto (e non banane), beve birra (e non vino) e poi scivola sul grasso (e non sulla buccia di banana), si soffia il naso e con una lente d’ingrandimento guarda cosa ne è uscito, consulta dizionari, canta, inforca occhiali da sole così da anticipare il buio». Pagheremmo non poco per averne uno sguardo arlecchinesco e non escludiamo niente.
Da mercoledì 1 a domenica 4 − Anche la Cina è vicina a Pontedera (PI)
E dopo il debutto giapponese, è ancora l’estermo oriente a dialogare, in qualche modo, col Teatro Era: ci riferiamo a Made in China. Postcards from Van Gogh, scritto, diretto e interpretato da Simone Perinelli, che in scena sarà affiancato da Claudia Marsicano. Dall’artista operaio (Vincent Van Gogh) agli operai cinesi incaricati di produrre merchandising artistico per i musei europei, gioco di specchi e rifrazioni tra mondi ed epoche diverse. Afferma il regista: «La ricerca scenica punterà a trovare delle note nuove circa il lavoro attoriale a due, cercando di contrastare quelle che sono le garanzie, ma anche i cliché, del rapporto uomo-donna sulla scena. Lo stile del tutto sarà suggerito dal titolo dello spettacolo». Chissà.
Giovedì 1 − Greta Garbo per “Piccoli fuochi” a Buti (PI)
La rassegna di Dario Marconcini si vede, in questa settimana, “soffocare” dalla persino eccessiva offerta teatrale circostante: in scena alla Villa Medicea di Buti, un titolo che suona come un calembour, ossia Garbo parla (se Greta mente), monologo di Alberto Severi per la recitazione di Alessia Innocenti. «In un grande magazzino alla chiusura, una Garbo non riconosciuta e quarantenne, si racconta qualche anno dopo il ritiro dalle scene: un modo per chiudere il cerchio di una storia cominciata tani anni prima, in un altro grande magazzino, a Stoccolma. Algida e chiusa nel proprio fascino divino e forse nel proprio solitario dolore».
Da venerdì 2 a domenica 4 − Si zoppica al Lux (Pisa), con Kaemmerle e Goretti
Dulcis in fundo, ancora Utopia del Buongusto, rassegna giunta agli ultimi appuntamenti d’un programma estivo e non solo. Dopo Zona torrida (testo del compianto Donato Sannini) e Insalata con dita, ecco un’altra messinscena tragicosmica per Andrea Kaemmerle e (di nuovo) Riccardo Goretti. I due, unitamente a quel geniaccio di Alessandro Schwed (il Giga Melik della mitica rivista Il Male), hanno messo mano (o manomesso?) le pagine dello scrittore statunitense d’origine ebraiche Bernard Malamud, traendone ispirazione per uno spettacolo trasognato, acuto e surreale. Il titolo è, di per sé, un programma: Naturalmente zoppica un po’; aggiungete pure il convincente invito degli artisti («Vi sbuccierete il cuore tramite risate sonanti e graffianti scoperte») e capirete che sarà impossibile sottrarsi.
Insomma, niente male per una sola settimana. Ci vediamo a teatro.