Altro giro altra corsa, per una settimana intensa, con un ventaglio di proposte davvero per (quasi) tutti i palati. Vi forniamo la nostra consueta selezione, rimandandovi alla costante consultazione del nostro maieutico Calendazzo.
Tra martedì e domenica − Per tutti i gusti tra Livorno e Pisa
Liburnia sugli scudi: contravvenendo al luogo comune per cui la città portuale languirebbe culturalmente, registriamo davvero una settimana ricca all’ombra dei Quattro Mori e zone limitrofe. Purtroppo, proprio in extremis riceviamo la notizia del forfait per In girum imus nocte (et consumimur igni), abbacinante realizzazione coreografica di Roberto Castello, in origine previsto per martedì al Centro Artistico Il Grattacielonella rassegna Teatri di Confine 2016. Speriamo in un ricupero.
Nello stesso spazio, ci si rifà da giovedì a domenica, con uno spettacolo di cui molto probabilmente scriveremo: Blocco 3 di Fabrizio Brandi e Francesco Niccolini con Fabrizio Brandi; un monologo “piantato” a Livorno, storie di vita che sono, nelle mani di chi mastica bene il linguaggio teatrale (e Niccolini è tra questi), il pretesto per parlare d’altro, senza mai dimenticare l’urgenza. Ne leggerete.
Di tutt’altro tenore, invece, l’offerta scenica al Teatro dei Quattro Mori, mercoledì e giovedì: Lei è ricca, la sposo… e l’ammazzo, con Gianfranco Jannuzzo e Debora Caprioglio; niente di rivoluzionario, ma adatto per chi si vuole distrarre e non ha voglia di accendere la tv.
Meglio, opinione personale, quanto offerto da Armunia, a Castiglioncello (giovedì), con il bravo Francesco Pennacchia (lo ricordiamo in La vita ha un dente d’oro di Claudio Morganti, recensito non una, ben due volte su questi schermi) impegnato in un assolo dal titolo Pseudolo, sua personalissima rielaborazione di un testo plautino: “…come il poeta che cerca qualcosa che non esiste e poi lo trova, e rende simile al vero ciò che è pura finzione…”. Siamo dalle parti, ci pare, della ricerca morgantiana e, quindi, l’attenzione è ampiamente conquistata. Magari un arlecchino arriva pure là.
Si difende bene, comunque, anche la provincia pisana: intanto, per il Lear diretto a Pontedera da Roberto Bacci, che ritorna a Shakespeare dopo aver lungamente lavorato su Amleto; spettacolo che ha debuttato venerdì scorso, ma che potremmo vedere a inizio settimana, in una delle repliche tra martedì e domenica.
Interessante anche quanto si darà al Teatro Verdi di Santa Croce sull’Arno, nella serata di giovedì: un bravo attore, Ugo Dighero, non ignoto pure in televisione, si cimenta con quello che, probabilmente, è il testo più importante della copiosa produzione di Dario Fo (fresco novantenne: auguri), vale a dire Mistero buffo. Eterno dilemma a proposito dei grandi comici, ossia quello di legar troppo i testi originali alla propria dimensione performativa: nel caso di Fo, al netto del Nobel, mai accusa fu peregrina e il suo successo internazionale, in qualità di mero drammaturgo, è un dato alquanto oggettivo.
Doppio appuntamento, tra Bientina e Casciana Terme per i validissimi organizzatori di Guascone Teatro (leggasi Andrea Kaemmerle, recentemente intervistato): venerdì, al Teatro delle Sfide, va in scena Giancarlo Biffi con Milano da bruciare!, produzione Cada die Teatro con il contributo alla regia di Alessandro Lay, la sera successiva, al Verdi, ritorna invece Silenzi di guerra di e con Renato Raimo, accompagnato alla fisarmonica da Marco Lo Russo.
Mercoledì e fine settimana − Qualche idea tra Lucca e provincia
Le stagioni invernali sono in esaurimento, ma ancora presentano qualche spunto d’interesse. A Barga si recupera mercoledì sera, dato che a gennaio non andò in scena come annunciato da cartellone, Sogni e bisogni di e con Vincenzo Salemme. Segnaliamo che lo stesso giorno, alle 18 nello spazio del Teatro dei Differenti, la compagnia incontrerà il pubblico.
L’idea di un contatto più stretto con gli spettatori è comune anche a Camaiore: la sera di giovedì, alla vigilia dello spettacolo, la simpatica Simona Marchini (ce la ricordiamo quale creatura arboriana ai tempi di Quelli della notte, trasmissione di culto della tv anni Ottanta) sarà ospite di una cena aperta, presso il centro commerciale naturale cittadino (a occhio, coincidente col centro storico). La sera successiva, sul palco del Teatro dell’Olivo la troveremo alle prese con Croce e delizia…signora mia, testo redatto a quattro mani con Claudio Pallottini; l’attrice sarà accompagnata da Paolo Restani al piano, per il triplice racconto verdiano della “trilogia popolare” (Traviata, Rigoletto, Trovatore); un modo originale di avvicinarsi al melodramma con grazia e humour. Non escludiamo sguardazzi. La sera successiva si cambia musica, invece, a Massarosa: va in scena Bellissime, spettacolo musicale di Syria, cantante da tempo approdata alle scene (la ricordiamo al fianco di Paolo Rossi), accompagnata da Tony Canto.
Lirica vera e propria, invece, per chiudere la stagione operistica a Lucca: sul palco del Giglio arriva l’imperdibile Mefistofele , “opera in un prologo, quattro atti e un epilogo” di Arrigo Boito. Se il cartellone di prosa lucchese ha destato in noi una qualche (pur plausibile) perplessità, di tutt’altro avviso siamo a proposito dell’impegno sul fronte del melodramma. Le coproduzioni con Pisa, Livorno e altri soggetti stanno da tempo fruttando occasioni davvero interessanti e la ripresa di questo titolo d’ispirazione faustiana ne è l’ennesima dimostrazione. Sul podio troveremo Francesco Pasqualetti, con la regia di Enrico Stinchelli, mentre le voci saranno, tra gli altri, di Giacomo Prestia, Antonello Palombi, Valeria Sepe, Elisabetta Farris e Alice Molinari. Da non perdere le scene di massa, come vi racconteremo presto.
Altri lidi − Prato, Firenze e Pistoia
Sconfiniamo, ordunque: da martedì a domenica, solo l’ubiquità potrebbe consentirci di presenziare, presso il Fabbricone di Prato, al pur interessante Medea, da Seneca, per la regia di Paolo Magelli, con il consolidato gruppo di attori del Metastasio tra cui citiamo Valentina Banci (protagonista), Filippo Dini, Daniele Griggio, Francesca Benedetti e Diego Florio. Fonte bellissima, confidiamo in un arlecchino che ce ne racconti.
Mercoledì riprende la rassegna Aurora di Sera a Scandicci con un titolo masochiano: Venere in pelliccia drammaturgia di David Ives, per la regia di Valter Malosti, in scena assieme a Sabrina Impacciatore. Vertiginoso gioco di ruoli ispirato a uno dei più importanti romanzi dell’Ottocento europeo, da questa pièce, Polanski ha tratto un film nel 2013.
La stessa sera, nel fiorentino Teatro Cantiere Florida, troviamo Paola Bianchi con il suo interessantissimo Zero | J’accuse, di cui cura ideazione, coreografia e spazio. Leggiamo: “Movimenti rotti in corpi disorientati, persi nello spazio scenico alla ricerca di un luogo a loro consono mai raggiunto“; e, ancora: “Un omaggio ai corpi che hanno attraversato il teatro di Tadeusz Kantor“. Basta per incuriosirci.
Da giovedì a sabato, nella bella cornice del Teatro di Rifredi, tornano in scena due amici di Arlecchino: Ciro Masella e Marco Brinzi riprendono Gioco di specchi, testo di Stefano Massini. Ne abbiamo parlato in occasione dell’ultimo passaggio a Lari, prima che a Brinzi si avvicendasse temporaneamente Annibale Pavone, e non dubitiamo che il bel lavoro (la regia è di Masella) non mancherà d’affascinare l’ottimamente abituato pubblico del quartiere originario di Paolo (e Lucia) Poli.
Chiudiamo con Pistoia: giovedì e venerdì, al Teatro Bolognini, torna in scena la brava Valentina Sperlì (vista di recente nel ruolo di Nora in Casa di bambola per la regia di Roberto Valerio) con il monologo Maledetto nei secoli dei secoli l’amore. Si tratta di un progetto ispirato a un racconto di Carlo D’Amicis, per la regia di Renata Palminiello: lo vedemmo al debutto, circa due anni fa, nello stesso spazio; per questa volta non riusciamo a ripetere la visione. E infine, nella sera di venerdì, “concorrenza” per niente banale nella vivace città toscana: al Funaro, infatti, Massimiliano Civica presenterà una “lezione spettacolo” d’ispirazione eduardiana, dal titolo Parole ‘mbrugliate. Un viaggio divertente e senza speranze intorno all’arte e ai pensieri di uno dei più grandi teatranti del Novecento italiano (e non solo). La cosa ci stuzzica: non garantiamo né promettiamo.
E anche per questa settimana, abbiamo finito: andate a teatro, male che vada ci incontriamo.