La settimana a teatro: 6-12 giugno

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Qualche colpo di coda sulle scene toscane, in attesa delle rassegne estive che stiamo via via caricando in Calendazzo. Torna a farsi il Lear per la regia di Roberto Bacci, prosegue Fabbrica Europa, e ha inizio la versione pistoiese di Teatri di Confine, kermesse nata qualche anno fa (ci pare) a Pisa e della cui vocazione migratoria unita all’irregolarità temporale non riusciamo a capacitarci. Come da tempo vi rammentiamo, se avete idee, se ravvisate mancanze o, semplicemente, vi sentite romantici, scrivete a l’Arlecchinoarlecchino@losguardodiarlecchino.it.

Metà settimana − Influenza a Firenze

fe16 - Influenza_inQuanto-teatroTriplice appuntamento in quel di Fabbrica Europa: da martedìgiovedì a Le Murate, ecco Influenza, spettacolo finalista del DNA Appunti Coreografici al Romaeuropa Festival 2015. Il progetto è di Floor Robert e vede in scena, oltre all’ideatore, Giacomo Bogani e Andrea Falcone. Si tratta di un’indagine coreografica sui limiti e i livelli della memoria, fondendo esperienza, presente e passata. Le musiche originali sono di Andrea Bracali e Manuele Atzeni, mentre la produzione a cura di inQuanto teatro ha ricevuto il sostegno di Sosta Palmizi, Fondazione Fabbrica Europa, CSC Centro per la Scena Contemporanea – Operaestate Festival Veneto, Romaeuropa Festival, Le MuratePAC – Progetti Arte Contemporanea, spazioK_kinkaleri. Spettacolo finalista DNA Appunti Coreografici – Romaeuropa Festival 2015. Non escludiamo affatto che un qualche arlecchino s’insinui a vedere per poi raccontarci.

Da mercoledì − Lear torna in scena

Silvia-Pasello-Maria-Bacci-Pasello-Lear-foto-di-Roberto-Palermo-2Nelle ultime settimane avevamo raccolto voci contrastanti circa le sorti dell’ultima regia di Roberto Bacci (la drammaturgia coinvolge anche Stefano Geraci), quel Lear, privato del titolo regale a partire dal titolo dello spettacolo: misteri misteriosi dei nuovi, neppure troppo, assetti d’una politica teatrale che ci pare, a noi meri e inconsapevoli utilizzatori finali, finisca puntualmente per scontentare tutti. Ci era stato detto che l’allestimento non sarebbe stato ripreso e ce ne dispiacevamo: per fortuna così così non è; da mercoledì 8 a domenica 12 (con l’ulteriore appendice di martedì 14mercoledì 15), sarà quindi possibile rivedere a Firenze (Teatro della Pergola, non a Pontedera come abbiamo scritto in un primo momento, sbagliando) quanto già raccontatoci su queste colonne da Gemma Salvadori. Citiamo la nostra arlecchina: “La scena asseconda la morte e lo spazio, negli ultimi istanti della tragedia, diviene campo di battaglia. I teli, infine calati a terra, assumono sembianze di soldati caduti cui si riservano gli onori di chi sacrifica la vita per la patria. È in questo ambiente desolato, completamente aperto, agonizzante, che ognuno dei personaggi incontra il proprio destino. Al buffone, tornato in scena attraversata la platea, il compito di celare, dietro un sipario intriso di luce vermiglia, tutto quello che è appena avvenuto. La morte si nasconde sotto la copertina di un difficile libro di cronaca familiare prima che il buio sopraggiunga per non lasciare alcun resto“. Coglieremo senz’altro l’occasione per vedere e invitiamo pure voi a farlo.

Venerdì e sabato − Si gira il mondo a Pistoia

Teatro Sotterrane, 'Il giro del mondo in 80 giorni' (ph Gabriele Acerboni)Pistoia si conferma una volta di più vivace piazza teatrale, il centro più attivo nella Toscana degli ultimi anni. Questo, sia chiaro, a prescindere dalla nuova edizione di Teatri di Confine, e non perché la manifestazione migrante non sia degna di merito (tutt’altro). Il fatto è che dalle parti del Manzoni si riesce, non da oggi né da ieri, a pensare un poco in prospettiva, forti pure d’una sinergia con il Funaro e delle capacità d’attrarre e coinvolgere interessanti realtà artistiche locali. Tra queste, Teatro Sotterraneo è ormai di casa a Pistoia ed è bello che l’edizione 2016 della rassegna realizzata con Fondazione Toscana Spettacolo si apra (venerdì sabato, Villa di Scornio) con il debutto di un progetto sviluppatosi nei mesi scorsi, vale a dire la versione “spettacolo” di Il giro del mondo in 80 giorni di cui lo scorso autunno erano state offerte alcune letture sceniche. Ecco dunque l’affascinante tentativo di dar vita a uno storygame teatrale: il romanzo diventa gioco interattivo col pubblico, trasformando il racconto di Verne in un ipertesto fatto di rimandi, collegamenti e aperture di senso che ricollocano il giro del mondo ai giorni nostri – un tempo presente che appare sempre più come il risultato globalizzato e ipertecnologico, come in qualche modo anticipato dallo stesso scrittore francese. Obiettivo: coniugare il carattere affabulatorio del romanzo con la sua natura enciclopedica, ponendo lo spettatore nel ruolo di “giocatore attivo che ascolta un racconto e partecipa attivamente al suo sviluppo“. Bella tentazione, di cui speriamo di darvi conto.

Di più, non sappiamo dirvi e, dunque, non vi diciamo.
Anzi, sì: non solo venerdì 10 iniziano gli Europei di calcio, ma, da qualche giorno, è in corso la Copa América Centenario, che negli USA raccoglie il meglio del Nuovo continente pallonaro nella sua interezza.
In ogni caso, buona settimana.

Igor Vazzaz
Toscofriulano, rockstar egonauta e maestro di vita, si occupa di teatro, sport, musica, enogastronomia. Scrive, suona, insegna, disimpara e, talvolta, pubblica libri o dischi. Il suo cane è pazzo.

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