Un’estate calda, senza dubbio, e sin troppo lunga, almeno per Arlecchino. Che, di fatti, ha battuto assai la fiacca, non solo per l’endemica, irrisolvibile voglia di non far un accidente, tendenza orgogliosamente rivendicata. Una serie cospicua e noiosa di magagne informatiche, non del tutto risolte, hanno investito il nostro pertinace Calendazzo, al punto da esserci risolti in una parziale riduzione dell’area toscana monitorata, cosa sulla quale stiamo ancora meditando, ma che avrebbe senso anche in ragione di alcune modificazioni d’organico. Rimandare ulteriormente la ripresa dei lavori, però, ci sembrava sconsigliabile, e con l’inizio delle stagioni invernali, rieccoci in pista, un po’ acciaccati ma sicuri che a qualcuno di voi siamo certamente mancati. Via, dunque, con una prima puntata, piuttosto agilina, di consigliazzi autunnali.
Mercoledì e sabato – A Porcari, si guarda oltre e si ride, a Valdottavo si debutta
Il Teatro del Giglio ha celebrato, qualche settimana fa, la prima stagionale, ma voci di cui ci fidiamo assicurano che la nostra assenza per le repliche lucchesi di This is Hollywood sia stata provvidenziale. Sarà… Intanto, la settimana scenica vede Porcari far la parte del leone, con ben due appuntamenti.
Da tempo siamo fiancheggiatori delle iniziative di SPAM! Rete per le arti contemporanee: questo non ci turba affatto, né rende meno puntute le nostre virtualissime penne. Semplicemente, appoggiamo al nostro meglio le concrete iniziative a favore di una maggior consapevolezza scenica, dialogando con tutti coloro che ci pare lavorino bene e in modo utile. È il caso di Roberto Castello e della sua creatura che, nelle prossime settimane, ogni mercoledì sera, ospiterà la serie di performance coreutiche a comporre Sguardi oltre confini, piccola e interessantissima rassegna che durerà sino al 13 dicembre.
Mercoledì 8 sarà la volta di Francesca Cola con Non me lo spiegavo, il mondo, seconda occasione della kermesse: si tratta di un lavoro performativo sul quale s’innestano elementi di danza contemporanea. Leggiamo dalla presentazione: «I corpi di due donne dalle forme quasi identiche escono da due masse di materia verde e crepitante che lentamente perde peso svuotandosi. La parte inferiore del corpo coperta da una grande gonna verde, il torso nudo, la testa incoronata dal bianco palco di un giovane cervo, le due creature antropomorfe creano un misterioso dialogo con il pubblico che le osserva». A seguire l’esibizione, come per ogni serata in programma, un set di dance performance & live music, con Francesca Zaccaria, Caterina Basso e, al trombone, Tony Cattano. Speriamo di potervene parlare: in ogni caso, vi rimandiamo alla chiusura dei presenti consigliazzi.
Sabato 11 novembre, s’inaugura la stagione (spesso non regolarissima) dell’altro spazio porcarese, l’Auditorium Vincenzo da Massa Carrara: arriva Antonio Cornacchione con le sue Cronache sessuali, una parodica versione del Rapporto Kinsey sulle abitudini erotiche degli italiani di oggi da parte di un comico ormai navigato. Ne ricordiamo con piacere il debutto televisivo, nel 1992, in Su la testa!, trasmissione di culto ideata da Paolo Rossi e che costituì l’autentico trampolino di lancio anche per Aldo Giovanni e Giacomo, Antonio Albanese, Maurizio Milani e altri comici di bellissime speranze.
Nella stessa sera, al Teatro Colombo di Valdottavo, il debutto per la stagione dello spazio diretto da Silvio Bernardi: in scena, Mi chiamo Rachel Corrie, intenso monologo con cui Maria Laura Caselli racconta la storia dell’attivista nordamericana che, nel 2003, venne uccisa da un bulldozer israeliano mentre stava tentando di difendere la casa di una famiglia palestinese. Regia di Antonio Ligas, musiche di Dario Arcidiacono, scene di Francesca Marasà. Non sappiamo se qualche Arlecchino passerà da Valdottavo, ma, avendo letto di un buffet a fine spettacolo, abbiamo buone ragioni per essere fiduciosi.
Da giovedì a domenica – Giuseppe Verdi, tra monologo e opera, in provincia di Pisa; e Muta Imago a Cascina
Due appuntamenti verdiani, benché assai diversi tra loro: giovedì a Santa Croce sull’Arno, il monologo Traviata che vede Lella Costa, affiancata dai Filarmonici di Busseto e due cantanti lirici, impegnata con la rielaborazione scenica di Gabriele Vacis; venerdì e domenica, a Pisa, Il trovatore in versione operistica. Curiosità: in entrambi i casi, si tratta del Teatro Verdi (due teatri diversi, comunque).
Per parte nostra, pensiamo di sapere cosa possa aspettarsi il pubblico del primo dei due (quello in provincia): un’attrice assai padrona di tempi e inclinazioni retoriche a narrare, con giusta dose di pathos, la storia di Violetta. Ammettiamo il pregiudizio: sorprenderci… sarebbe sorprendente, ma tant’è.
Senz’altro più convenzionale l’appuntamento pisano, presso l’altro teatro dedicato al compositore, con Il trovatore diretto da Andrea Battistoni per la regia di Stefano Vizioli. Leggiamo che questa versione punterebbe «sul lato notturno dell’opera, immergendo la tetra vicenda in un’atmosfera onirica (l’occhio di Azucena che si trasforma nella luna argentea), sognante e allo stesso tempo concreta nel rappresentare le tragiche solitudini dei personaggi, legati indissolubilmente dall’incomunicabilità del non detto». E, ancora: «Uno spettacolo nel solco di una tradizione rivisitata con garbo, intelligenza e buon gusto». Magari un Arlecchino pisano si convince e ci racconterà.
Un passo indietro: venerdì 10 a Cascina appuntamento con la scena contemporanea e Bartleby, secondo capitolo della trilogia Racconti Americani del gruppo romano Muta Imago; si tratta di un racconto per suono e immagini ispirato all’omonimo testo di Herman Melville. «Dopo Fare un fuoco di Jack London, che metteva in scena il conflitto tra l’uomo e la natura, abbiamo deciso di affrontare il tema del confronto tra l’uomo e la società». Un anziano avvocato racconta la storia dell’uomo più strano che egli abbia mai visto, Bartleby, scrivano che lentamente finisce per cambiare, mediante il rifiuto, l’intero proprio modo di relazionarsi al mondo. La regia è di Claudia Sorace, mentre drammaturgia sonora e voce narrante sono a cura di Riccardo Fazi.
Saremmo curiosi di fare un salto da quelle parti, dove pare che la direzione artistica di Andrea Buscemi sia arrivata al capolinea. Aspettiamo di avere più notizie in merito, non potendo rimarcare come l’incarico dell’artista pisano (che aveva promesso un teatro gioioso e non radical-chic) avesse da subito sollevato perplessità e polemiche. Tra le iniziative gioiose, chi scrive non può dimenticare la cittadinanza cascinese onoraria assegnata, proprio presso La Città del Teatro, a quel bel tomo (vorremmo dire cialtrone, ma siam signori) di Magdi Allam, sì, proprio lui, l’Oriano dei poveri, evento che contrassegnò, di fatto, il nuovo corso dell’ex Politeama. Non c’è(ra) male, vero? To be continued.
Oltreconfine arlecchino – Lillo & Greg a Massa, Omini a Pistoia, Amore a Prato, Paolo Nani a Rifredi
Re-loaded, ossia “ricaricato”: un modo come un altro per ricicciare qualcosa di già fatto aggiungendo qualche elemento nuovo. Questa la soluzione, a occhio, adottata da due maestri dell’umorismo musical-radiofonico quali Lillo & Greg, da anni attivi anche in scena. Nuova versione, dunque, per L’uomo che non capiva troppo, la cui prima nazionale si svolgerà al Teatro Guglielmi di Massa nella sera di martedì 7, per replicare altre due volte. Alle pendici della Tambura poco amano, ci pare, i critici teatrali, quindi non possiamo assicurar sguardazzi in merito: ci limitiamo a segnalare, ricordando che, nel cast, s’annoverano, oltre ai due autori/registi, la soubrette lucchese Vania Della Bidia, Benedetta Valanzano, Danilo De Santis e Marco Fiorini. Non ci incuriosisce.
S’intitola Il controllore, e loro sono Gli Omini, formazione di cui da tempo seguiamo le gesta in scena. Due repliche, non consecutive (giovedì 9 e domenica 12) per quello che costituisce il terzo lavoro del Progetto T, realizzato in cooperazione con Associazione Teatrale Pistoiese e dedicato alle ferrovie dell’area limitrofa, in particolare alla rete che unisce (e ancor meglio univa) la città toscana all’Emilia, passando per Porretta Terme (BO). Dopo le anteprime svolte in vari centri dell’Appennino e il debutto avvenuto a Modena lo scorso mese, approda al Piccolo Teatro Mauro Bolognini. Essendoci letteralmente entusiasmati per il primo lavoro di questa serie (Ci scusiamo per il disagio, recensito al debutto, rianalizzato nel corso della prima tournée e nuovamente in scena tra due settimane), avendo dovuto registrare una più tiepida reazione per il secondo “capitolo” (La corsa speciale) e per l’ultimo debutto cui Arlecchino assistette (Più carati), siamo assai curiosi di vedere e, verosimilmente, ci sentiamo di assicurare la nostra presenza a Pistoia, nella serata di giovedì. Invitiamo tutti a venire, ovviamente, con la promessa di riparlarne presto.
Ottavo titolo per una collaborazione ultraventennale, Amore di Spiro Scimone, regia di Francesco Sframeli, ha debuttato nel 2015 per ricevere, l’anno successivo, due premi Ubu, come migliore novità italiana e miglior allestimento scenico (la firma è di Lino Fiorito). Lo spettacolo sarà al Fabbricone in quattro repliche, dal 9 al 12 novembre e ci piacerebbe molto potervene dire qualcosa, dopo sguardazzo di un non troppo convinto Titomanlio, un anno e mezzo fa, che fece il paio con una nostra personale visione di Pali, qualche tempo prima.
Quasi nelle stesse sere, ossia da giovedì 9 a sabato 11, al Teatro di Rifredi in quel di Firenze, arriva Paolo Nani, dalla Danimarca, con La lettera: si tratta di uno dei numerosi ritorni, da queste parti, per un grande mimo più volte esibitosi sulle tavole della sala fiorentina. Anche questo sarebbe da vedere, ma l’ubiquità non ci è stata (ancora) concessa.
Questo è quanto, più o meno, per quel che concerne il da vedere. Non ci possiamo fermare qui, però, perché nella nostra area, intesa come, in generale, la Toscana del nord e, in particolare, le province di Lucca e Pisa, sono molti i sommovimenti che riguardano il teatro a livello sia spettacolare sia organizzativo (pensiamo a Volterra, ma anche a Cascina, casi dei quali ci occuperemo in futuro).
Per adesso, diamo priorità al Comitato per un Nuovo Spazio Teatrale a Lucca, iniziativa che ci vede direttamente coinvolti e sulla quale chiediamo a tutti i lettori interessati qualche minuto del loro tempo. La cosa migliore, è leggersi il documento redatto dal comitato stesso, ove si espongono in modo disteso e chiaro i motivi per cui la Piana di Lucca dovrebbe assolutamente dotarsi di un nuovo spazio scenico. Per i più pigri, diciamo che torneremo senz’altro sulla questione.
Infine, salutiamo con piacere la nascita di un nuovo blog, strettamente connesso all’attività performativo/intellettuale di ALDES e di Roberto Castello: parliamo di 93% Materiali per una politica non verbale, nata, tra l’altro, sulla scia uno studio dello psicologo Albert Mehrabian che ha appurato come, nel contatto comunicativo tra le persone, i movimenti corporei incidano per il 55% del contenuto, l’aspetto vocale (volume, tono, ritmo) per il 38% e il valore semantico delle parole (il loro significato letterale) solo per il 7%. È evidente come una simile questione si sposi perfettamente con l’azione di artisti che, abbracciata la danza e la performance contemporanee, si confrontino costantemente con i limiti della parola, ed è proprio questo ciò che ci pare affascinante, pur ritenendoci parte di coloro che, più o meno per mestiere, usano e campano con e di parole. Potremmo pure ironizzare (siamo cialtroni, del resto) e insinuare che, comunque, un blog è in larga parte un’iniziativa verbale e che la maggioranza dei contributi saranno di tipo convenzionalmente testuale, ma questo non toglie niente alla giustezza della questione posta.
Insomma: leggete, guardate e andate a teatro, che è meglio.