Settimana corta, per il teatro e non solo: il lunedì dell’Angelo divora un giorno alle programmazioni teatrali che ripartono di slancio nel giorno successivo, ma le stagioni invernali agli sgoccioli rendono aprile un momento transitorio, in attesa della messe festivaliera estiva.
Martedì 7, saremo a Pisa, in quel Teatro Rossi Aperto di cui non abbiamo parlato troppo sinora, ma che rappresenta un peculiare punto d’interesse, sotto molti punti di vista, per il nostro Arlecchino: nel bellissimo spazio occupato andrà di scena Adulto di Phoebe Zeitgeist Teatro, operazione avvincente che sentiamo di consigliare. Rilanciamo: non solo ci saranno occhi arlecchini a sguardazzare, ma non si esclude un’apposita delegazione di testata.
La stessa sera, s’inaugura la settimana della Pergola fiorentina, col molièriano Tartufo per la regia di Mario Sciaccaluga, protagonisti Eros Pagni e Tullio Solenghi; già trascorso a Prato, non ci pare una tentazione irresistibile. Sarà comunque in scena sino a domenica. Quasi negli stessi giorni, da mercoledì 8 sino alla domenica, presso il fiorentino Teatro Goldoni, debutta invece Il vero amico, testo del celebre autore veneziano; piccola particolarità nel composito cast, con la presenza del bravo Massimo De Francovich, la cui direzione è affidata a Lorenzo Lavia [nella simpatica foto qui sopra a destra, ndr]. Sarà un caso che il consulente artistico per la stagione in essere sia papà Gabriele? Il quale, per non saper leggere né scrivere, chiuderà la stagione pergolata a maggio.
Si passa, quindi, a giovedì 8: bella occasione per il debutto del nuovo lavoro di Elisabetta Salvatori [a sinistra], tra le amiche mura delle Scuderie Granducali di Seravezza, con Liberi come l’acqua, poveri come le stelle, dedicato alla vita della poetessa mistica Madeleine Delbrel e del vescovo povero Tonino Bello per un’interessante storia di primo Novecento. Probabile qualche presenza arlecchina in sala.
Discorso quasi analogo per Apocalisse, al Teatro dei Rassicurati di Montecarlo: anche questo un assolo, che vedrà Luca Dighero [a destra] impegnato in una composizione di tre racconti di Niccolò Ammanniti per la regia di Giorgio Gallione; dati i nomi in gioco (Ammanniti-Gallione) la voglia di vedere scema sensibilmente, ma non è detta l’ultima parola.
La Nuova Sala Garibaldi di Carrara ospita invece il gustoso Tutto matto. C’erano una volta gli anni ‘80, sorta di viaggio attraverso uno dei decenni più controversi del nostro Novecento. La firma è di Laura Forti, le musiche di Enrico Fink e l’interpretazione, anche qui in solitaria, sarà di Elena Ferri; un’incognita, ma uno sguardo arlecchino proverà a vederci meglio (replica la sera successiva e, sabato, si sposta in provincia di Livorno a Castagneto Carducci, Teatro Roma).
Un’ultima annotazione, ancora su Firenze, per la stagione del Teatro Puccini: ritorna in Italia La merda, spettacolo shock firmato da Cristian Ceresoli, protagonista Silvia Gallerano. Realizzato nel 2012 e presentato al Festival di Edimburgo, il monologo ha riscosso un grande successo internazionale, grazie alla potenza dell’interpretazione e a una maliziosissima conduzione della comunicazione. Visto e recensito due anni or sono, si tratta di un lavoro cui è impossibile rimanere indifferenti (nelle intenzioni, dovrebbe essere il primo elemento di un Decalogo del disgusto) e che, assolvendo chi scrive, ci piacerebbe veder sguardazzato su queste colonne. Vedremo se qualche valentissima presenza arlecchina vorrà recarsi in cerca di gloria.
Venerdì 10, grande offerta sul fronte contemporaneo: a poche miglia di distanza, La Città del Teatro di Cascina propone Jesus di Babilonia Teatri [foto a destra*, che abbiamo già provveduto a sguardazzare per voi, ma non escludiamo un secondo round.
A Pontedera, invece, arriva Motus, con Nella tempesta, interessante spunto scespiriano per una rielaborazione fortemente calata nell’oggi; anche in questo caso, vi faremo sapere.
Interessante anche la proposta del Verdi di Santa Croce sull’Arno, con Lo straniero. Un’intervista possibile, altro monologo, stavolta incentrato sulla figura dello scrittore e filosofo Albert Camus che vede impegnato uno dei nostri migliori attori in attività, vale a dire Fabrizio Gifuni: senza dubbio, cercheremo di vederlo e parlarvene.
Al Manzoni di Pistoia, nel frattempo, ha inizio una tre giorni con Emma Dante: ritorna, difatti, in Toscana Le sorelle Macaluso, allestimento visto e recensito non una, bensì in due occasioni. Abbiamo già dato, ma non è mai detta l’ultima parola.
La progressiva chiusura dei cartelloni invernali contribuisce alla penuria di sabato 11: il Teatro delle Sfide di Bientina offre qualcosa con Jack and Joe Theatre in Si stava peggio? Viaggio nella vità contadina della metà del Novecento. Il titolo sembra dire tutto per un’escursione teatral-musicale che potremmo vedere e analizzare.
Un altro performer molto apprezzato dalle nostre parti è Ascanio Celestini, che riproporrà al Teatro Aurora di Scandicci i suoi Discorsi alla nazione (si tratta del quarto e ultimo appuntamento della rassegna Auroradisera 2015). Con questo testo, datato 2013, l’attore romano materializza una sorta di distopia orwelliana per svelare le ambiguità di una democrazia corrotta fin nelle fondamenta.
La chiusura di domenica 12 è, però, alla grande: presso il Castello Pasquini di Castiglioncello, avremo l’occasione di rivedere Io di Antonio Rezza e Flavia Mastrella, secondo titolo di un’esalogia strepitosa, per due artisti che da sempre costituiscono tra le nostre visioni preferite [qui il pezzo sul loro libro di recente pubblicazione, Clamori al vento]. L’alternativa possibile rimane in area labronica, ancorché isolana: al Teatro dei Vigilanti di Portoferraio, salta Caldane di Anna Meacci, sostituito da Tutto Shakespeare in 90 minuti, con Nico Formicola e Alessandro Benvenuti; risate per risate, ma è escluso che sguardi arlecchini s’imbarchino all’uopo.
Buone visioni, vi rimandiamo alla prossima settimana.