Dura la vita degli arlecchini, tra sguardazzi da vergare e un esigentissimo Calendazzo da tenere, meglio possibile, sempre aggiornato. Càpita, così, di perdere qualcosa, specie se veniamo avvertiti in ritardo o, tanto peggio, se non veniamo avvertiti affatto. Che fare? Niente: si continua a pedalare, ché le settimane son sempre più dense. Andiamo a vedere.
Lucca e provincia – Corpi danzanti, borghesi piccoli e avari
Ultime battute a Porcari, per la kermesse Sguardi oltre confini di SPAM! Tocca, nella sera di mercoledì, ad Adriana Borriello presentare il suo Col corpo capisco: il titolo sembra già dirci parecchio, in quasi assonanza con lo spirito del blog/testata 93% Materiali per una politica non verbale, dietro il quale, come abbiamo già illustrato, c’è lo zampino di Roberto Castello. Tornando a Borriello, il suo è un lavoro a suo modo intimistico: «un appello dolce e disperato o forse solo una scusa, per mostrare senza filtri l’essenza di ciò che siamo». Considerato che, a seguire, si terrà l’improvvisazione della danzatrice Silvia Bennett accompagnata dal sassofono della nostra vecchia conoscenza Alessandro Rizzardi, la tentazione è forte.
Si torna in scena, giovedì 7, all’Accademico di Bagni di Lucca: è la volta di
Un borghese piccolo piccolo, testo tratto dal celebre romanzo di Vincenzo Cerami, protagonista Massimo Dapporto, per la regia di Fabrizio Coniglio.
L’avaro di Molière, allestito da Arca Azzurra Teatro, con Alessandro Benvenuti nella parte principale e la regia di Ugo Chiti: manco vi diciamo quale dei due consigliamo assolutamente. Indizio: abbiamo visto quest’ultimo lavoro a Pisa, qualche settimana fa, e potrebbe essere proprio il caso di pubblicare il relativo sguardazzo in questi giorni.
Pisa e provincia – Rezza, Santeramo, Carrozzeria Orfeo e Teatro Agricolo
Io, storico spettacolo (mai) scritto da Flavia Mastrella e Antonio Rezza, con quest’ultimo unico e incontenibile protagonista. Ne abbiamo già parlato (qui e qui), e sul brutt’Antonio abbiamo davvero un campionario infinito di pezzi, tra cui il bel questionazzo arlecchino a due voci, pubblicato due anni fa. Tra i pochi teatranti di razza in circolazione, e tra i pochissimi a fare autenticamente repertorio, la coppia Rezza-Mastrella rappresenta qualcosa di assolutamente irrinunciabile, e che merita visioni reiterate. Ed è un peccato non aver avuto modo (ci abbiamo provato) d’organizzare un incontro pomeridiano tra artisti e studenti. In ogni caso, qualche arlecchino passerà da quelle parti, giovedì sera, al Cinema Teatro Nuovo.
Chi scrive ha già provveduto a vedere, con felicissima sorpresa, il Leonardo da Vinci di Michele Santeramo (accompagnato dai disegni videoproiettati di Cristina Gardumi) che ha debuttato al Teatro Era giovedì passato. Gran bel lavoro: pubblicheremo il prima possibile uno sguardazzo che testimonierà la soddisfazione d’aver visto qualcosa di interessante, divertente e nient’affatto banale, pur nella sua (tutta apparente) semplicità. Non vogliamo bruciare niente della futura recensione, per cui invitiamo a rileggere, anche per Santeramo, il questionazzo pubblicato di recente. Il racconto falsovero sul genio di Vinci sarà in scena sino a mercoledì 6: ve l’abbiamo detto, ma attenzione: sabato e domenica toccherà, sempre in quel di Pontedera, a Carrozzeria Orfeo con il nuovo lavoro Cous cous Klan. Speriamo di parlarvene presto e, per l’occasione, tireremo fuori dal cappello quanto rimastoci in canna dopo aver assistito al bel Animali da bar. Insomma: andate.
Giovanni Balzaretti sarà a Teatro Comunale di Lari (gagliarda la stagione, ricca di spettacoli sia teatrali sia musicali) per presentare La fiaba della cicogna, produzione della sua “compagnia” ossia Teatro Agricolo. Spettacolo narrativo con tabellone illustrato (lo leggiamo dalle note di regia), il lavoro ci incuriosisce e ci piacerebbe assolutamente poterlo vedere. Speriamo che qualcuno lo faccia per noi.
Oltreconfine – Bella roba a Pistoia, Prato, Firenze e Livorno
Stiamo cercando assolutamente di trovare il momento giusto per andare a vedere La ferita della bellezza, al Teatro Bolognini di Pistoia. Tema “caldo” e con attinenze locali, perché si parla di identità sessuale a partire dalla vicenda della famiglia Melani, pistoiese, e fucina di eunuchi contesissimi nell’ambito musicale settecentesco. Con la regia di Giovanni Guerrieri, saranno in scena Annibale Pavone, Maurizio Rippa e Massimo Grigò, quest’ultimo autentico ispiratore dell’allestimento. In scena da stasera (lunedì) sino a domenica.
Poco distante, a Prato (Teatro Fabbrichino), altra tenitura lunga di un lavoro nuovo: parliamo di Quartett, ideato e diretto da Roberto Latini che torna a lavorare su un testo di Heiner Müller dopo il controverso (a nostro avviso) Amleto+Die Fortinbrasmaschine. In questo caso, non di assolo si tratta, ma di regia, perché in scena vi saranno Valentina Banci e Fulvio Cauteruccio. Abbiamo già visto e ne scriveremo, ma, nel frattempo, vi diciamo che le repliche si protrarranno sino al 17 dicembre.
Note fiorentine: ci tenta poco o nulla, il Musica ribelle in scena alla Pergola, da martedì a domenica; il nostro amore per Eugenio Finardi, dalla cui celebre canzone prende titolo il lavoro, è innegabile nonché di lunga data, ma questo non toglie un certo sospetto. La “garanzia”, in senso positivo, è la firma di Francesco Niccolini, ma tant’è. Se riuscissimo (e non riusciremo) a ritagliarci una sera gigliata, non avremmo dubbi: correremmo a Rifredi per vedere la compagnia basca Kulunka Teatro che porta due lavori piuttosto interessanti come Solitudes (6-7-8 dicembre) e André e Dorine (9-10). Il teatro del quartiere che fu di Paolo Poli è tra gli spazi che più amiamo, proprio per la varietà dell’offerta e la capacità di portare in Italia artisti che, altrimenti, vedremmo soltanto su Youtube.
Livorno, altra città che ci pare in un momento interessante: le risorse sono poche (come ovunque), ma qualcosa si muove, specialmente al pregevole e caparbio Nuovo Teatro delle Commedie, di cui talvolta per motivi di spazio e tempistiche non riusciamo a darvi conto: nelle sere di giovedì e venerdì, un lavoro che abbiamo “nel mirino” da un po’ di tempo, vale a dire Ho un vizio al cuore, da Anton Čechov, per la regia di Francesco Cortoni, affiancato in scena da Alessia Cespuglio, Elisa Ranucci e Marco Fiorentini. Neanche a questo giro riusciremo a vederlo, ma ve lo consigliamo vivamente.
Questo è tutto. Anzi, a dire il vero, non ancora.
A questo giro, niente lirica, ma riportiamo una notiziuola che ha colpito la nostra fantasia e che riguarda uno dei templi dell’opera mondiale, la Fenice a Venezia (ci siamo pure stati). Nel luglio 2018 il celebre teatro ospiterà un concerto dei King Crimson, leggendaria formazione di rock progressivo. Fin qui, niente di male né di strano, a parte la sensazione di vivere in un eterno presente che capire non sappiamo, dove nessuno, a dire il vero, sembra smettere una volta per tutte di fare qualcosa (si pensi ai dischi postumi, in genere). Di curioso c’è, da parte del promoter, la messa in vendita di biglietti solo ascolto, che non è chiaro se siano all’interno del teatro, nei bagni o, magari, a Conegliano Veneto dove agli acquirenti saranno date delle comode cuffiette. L’usanza di vendere ingressi per posti meno “comodi” ha una sua tradizione, ma, di solito, la vendita di certi biglietti viene fatta in loco, il giorno dello spettacolo e a prezzi molto bassi. Non è questo il caso, e ci chiediamo, con sincera curiosità, quanto il “pubblico” vorrà ancora sopportare trattamenti del genere.
Buon teatro.