Vanno a diradarsi, almeno in alcune zone, gli appuntamenti teatrali legati alle stagioni invernali, in attesa dei festival estivi. Lo sguardo al Calendazzo vede la Lucchesia sonnecchiar non poco e, quando non sonnecchia a livello di programmazione, lo fa sotto il profilo della comunicazione.
Esempio: un paio di settimane fa, lo Spazio Artè di Capannori (un cinema ricuperato e divenuto luogo multifunzionale: peccato che i geni ristrutturatori lo abbiano dotato di un soffitto in vetro che fa a pugni con qualsiasi opzione acustica poco poco decente… ah, gli architetti!) ospitava l’amica Elisabetta Salvatori con La bella di nulla, uno spettacolo che vorremmo pure vedere e raccontarvi. La notizia della replica (giovedì 29 marzo), l’abbiamo avuta il giorno stesso, grazie a una fortuita telefonata con l’artista… Lo spettacolo è andato bene, la platea quasi esaurita (con gli eventi gratuiti è relativamente facile), ma, insomma, un po’ di considerazione per chi opera nel settore non guasterebbe; ma questo andrebbe fatto presente anche a spazi ben più strutturati.
Andiamo alla settimana.
Pisa e provincia – Psicologia, comicità, musica e morte
Primo appuntamento quasi teatrale, mercoledì sera a Pontedera (Teatro Era; la sequenza di rime è probabilmente indotta con perfidia): il filosofo Umberto Galimberti e l’attore Giancarlo Giannini presenteranno, infatti, la conferenza scenica dal titolo Tra la mia ragione e la mia follia ci sei tu, inizialmente previsto per lo scorso dicembre e ricollocato, invece, in questi giorni. Sulla tendenza, ci pare diffusa, a utilizzare la scena per eventi divulgativi non strettamente teatrali, vorremmo davvero che qualcuno scrivesse: non escludiamo di chiederlo a uno dei molti interlocutori arlecchini (al momento, non ci sentiamo di poterlo fare in prima persona).
Si salta alla fine di settimana: venerdì, a Lari (Teatro Comunale), approda Figli di Priamo di Federico Guerri, per la Compagnia della Malablatta; si tratta di «teatro comico medioevale oltre la quarta parete», in una prospettiva che, per qualche motivo (magari ci sbagliamo), ci fa pensare all’indimenticabile Brancaleone. Ci andremmo.
Imbarazzo della scelta, invece, sabato sera, giacché, nel giro di pochi chilometri, contiamo quattro proposte, tutte molto diverse tra loro: partiamo dai Racconti sonori offerti a San Casciano di Cascina (presso Il Giardino della Pieve) da Le Due di Notte, al secolo Valentina Grigò e Pamela Larese; svagate e bravissime, pazzarelle e irresistibili, siamo certi che sapranno divertire, intrattenere e non solo.
Non distante, a Casciana Terme (Teatro Verdi) andrà in scena l’amico Riccardo Goretti in Omaggio a una generazione perduta: assieme a lui, Alessandra Aricò e Lorenzo Bachini, per una serata che vuol essere un tributo amarcord per una generazione di «attori, attrici, cantanti, poeti e ballerine che costituiva il mondo dello spettacolo, del cinema e della televisione italiani dal 1950 alla fine degli anni Settanta». Proposta forse un po’ ruffiana, ma pure ad alto coefficiente di rischio, perché i tre dovranno misurarsi con (il ricordo di) autentici giganti dello spettacolo nostrano. Interessante.
Altra tappa per la piccola tournée di Lorenzo Baglioni: I racconti del Bar Sport che riprende da Stefano Benni per tradurli in show teatral-musicale arrivano a Pomarance, sulle tavole del Teatro dei Coraggiosi.
Inutile dire che il piatto forte della serata di sabato sarà il ritorno a Pontedera (Teatro Era) da parte di Jan Fabre e la sua compagnia Troubelyn. In sé, la cosa è pure un filo articolata, infatti leggiamo che non «potendo ospitare lo spettacolo Belgium Rules/Belgium Rules (…) per problematiche tecniche legate all’allestimento», si presenta Drugs Kept me alive, testo, regia e coreografia dell’artista belga, nell’interpretazione Antony Rizzi, performer, danzatore e visual artist italo-americano. Si tratta di un «monologo su un sopravvissuto — un uomo, che esplora tutte le vie di fuga. L’ago della sua bussola lo porta verso tutte le scorciatoie tra paradiso ed inferno così che il protagonista resti sempre un passo avanti alla minaccia della falce della morte. La sua velocità è la sua arma segreta, il suo senso dell’umorismo è una potente droga ed i suoi complici hanno assunto i propri gloriosi nomi dal mondo superiore: loro sono ecstasy, ketamina, GHB, Popper, Speed, Cocaina, 2C-B, 2C-1, 2C-7». Di Fabre, abbiamo già parlato: magari un arlecchino darà un’occhiata.
Si chiude, domenica sera, a Pisa, presso lo spazio Mixart: nuovo appuntamento per TeatrOff – Pink is the new Black, con Le guerre di Angela, interpretato da Giuseppina Facco, autrice in collaborazione ad Andrea Bavecchi, con la regia di Annapaola Bardeloni. Storia, anzi storie, di guerra e storia, anzi storie, di donne. Tutte di nome Angela, e tutte legate al conflitto 1915-18, di cui si sta esaurendo un centenario passato, a nostro avviso, in sordina: hanno avuto più risonanza i funerali di Fabrizio Frizzi, per dire… Lo spettacolo è stato selezionato al Fringe di Torino nel 2016, a Milano Off Fil Festival l’anno successivo e approderà a New York quest’anno.
Oltre – Da Borges a Benvenuti, e non solo
Rapidamente: a Firenze, da martedì a domenica, La Pergola ospita Cita a ciegas con Gioele Dix (ma pure Laura Marinoni, Elia Schilton, Sara Bertelà, Roberta Lanave) e la regia di Andrée Ruth Shammah. Il riferimento al cieco del titolo è a un certo Jorge Luis Borges. Chissà.
Quasi sovrapposto, da giovedì a domenica, il ritorno di Chi è di scena, scritto e diretto da Alessandro Benvenuti, il quale, sul palco, sarà affiancato da Maria Vittoria Argenti e Paolo Cioni. Vorremmo tanto andarlo a vedere. Dove? Al Teatro di Rifredi.
Chiudiamo la parte fiorentina con il doppio appuntamento del Teatro Cantiere Florida: venerdì sera, la prima nazionale di Panorama, spettacolo coreutico di Giulio D’Anna, protagonisti i danzatori olandesi Kristin de Groot e Piet Rogie; il lavoro «comincia dove le fiabe finiscono, dal fatidico “…e vissero felici e contenti…“», esplorando le aporie e i dubbi del troppo semplicistico scioglimento favolistico.
La sera successiva, sabato, un monologo intrigante, ossia White Rabbit, Red Rabbit di e con Fabrizio Gifuni: «un esperimento sociale in forma di spettacolo. L’attore che lo interpreta per un’unica volta, senza regia e senza prove, apre la busta sigillata che contiene il testo già sul palco e ne condivide il contenuto con il pubblico. Una sedia, un microfono, un leggio, gli orpelli concessi. Il qui e ora nella sua massima espressione. Il testo è un veicolo per l’autore, l’iraniano Nassim Soleimanpour per condividere una condizione attraverso parola e gioco, ironia e intimità, innescando una reazione a catena estremamente stimolante. Ci sono delle regole da rispettare per chi accetta la sfida: chi decide di portarlo sulla scena non può averlo visto prima. Deve arrivare sul palco ed iniziare a giocare. Deve portare in dote coraggio e leggerezza, intraprendenza, ironia ed intelligenza». Conoscendo l’artista come uno dei migliori della scena italiana contemporanea, vorremmo davvero vederlo.
Infine, una menzione per Prato, giacché al Metastasio, da giovedì a domenica, ritornerà in scena Il misantropo nella versione di Monica Conti, protagonista e regista, accompagnata da un cast niente male che include pure Stefano Braschi, Flaminia Cuzzoli, Stefania Medri, Giuditta Mingucci, Antonio Giuseppe Peligra, Nicola Stravalaci e Roberto Trifirò.
Andate a teatro, e vogliate bene ai vostri arlecchini.